16 Aprile 1975

16 aprile

A Milano, un gruppo di manifestanti di sinistra viene aggredito da alcun neofascisti al ritorno da un corteo. Uno di loro, Antonio Braggion, spara alcuni colpi di rivoltella uccidendo Claudio Varalli. 

Il 16 Aprile 1975 viene indetto a Milano una manifestazione per il diritto alla casa, a cui partecipano anche i sindacati degli inquilini e gruppi extraparlamentari di sinistra.

Alla fine della manifestazione alcuni militanti del Movimento Studentesco vanno all’Università di Milano. In Piazza Cavour incrociano alcuni fascisti del Fronte Universitario d’Azione Nazionale che stanno facendo un volantinaggio. Antonio Braggion, uno dei fascisti del FUAN si rifugia in macchina. I ragazzi del Movimento Studentesco la assaltano rompendo i vetri. Braggion estrae una pistola 7.65 e spara tre colpi. Uno ferisce a morte Claudio Varalli.

Braggion fugge e si rende irreperibile. Verrà processato e condannato a dieci anni di carcere solo tre anni più tardi, nel 1978. Il capo d’accusa è eccesso colposo in legittima difesa (5 anni) e detenzione abusiva di arma (altri 5 anni).
In secondo grado la pena verrà ridotta a tre anni.

 

16 Aprile 1952

16 Aprile 1952

A Torino viene ucciso l’ingegnere Erio Codecà, dirigente della FIAT e responsabile diretto del settore auto.

Uscito per una passeggiata con il suo cane, il 16 aprile 1952, alle 21:15 viene trovato senza vita di fronte alla sua Fiat 1100 E, in via Villa della Regina non lontano dalla Chiesa della Gran Madre di Dio nel quartiere Borgo Po ai piedi della collina torinese, ucciso da un colpo di pistola inizialmente presunto alla nuca, poi accertato esploso sotto l’ascella destra.

Le piste politiche vengono inizialmente abbandonate dato che secondo La Stampa e La Gazzetta del Popolo Codecà non aveva assunto particolari atteggiamenti politici, nonostante il giorno dopo sui muri di un’officina della Grandi motori era apparsa la frettolosa scritta «E uno!».

La Fiat e l’Unione Industriali di Torino offrirono anche una taglia di 28 milioni di lire.

L’oscuro delitto aveva originato una speculazione politica tendente ad attribuirne la paternità al PCI . L’inchiesta sul delitto Codecà, accompagnata dalle voci di una “pista comunista” e dall’emergere di indizi affaristici, aveva portato all’arresto, tre anni dopo, dell’ex partigiano Giuseppe Faletto, poi assolto in Corte d’assise.

Gli autori del delitto risultano quindi tuttora ignoti.