17 Febbraio 1996

17 febbraio

A Filadelfia (Pennsylvania), il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov batte il supercomputer Deep Blue.


17 Febbraio 1992

17 febbraio

A Milano il socialista Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, viene arrestato dopo aver incassato una tangente di 7 milioni da un’impresa di pulizia in cambio della concessione di un appalto.

Comincia l’inchiesta Mani pulite e l’era di Tangentopoli che culminerà con la fine della Prima Repubblica.


17 Febbraio 1977

17 Febbraio

Luciano Lama, segretario della CGIL, viene cacciato dall’Università La Sapienza di Roma dagli studenti (in particolare da Autonomia Operaia e dagli Indiani Metropolitani), dove stava tenendo un comizio sindacale.

Il comizio era stato deciso dai vertici del PCI e da quelli della CGIL, con lo scopo di allontanare i simpatizzanti di Autonomia Operaia dagli studenti che avevano da poco occupato la facoltà.

Si cercava, secondo gli organizzatori del comizio, di ripristinare la situazione all’interno de La Sapienza senza coinvolgere le forze di polizia. Vengono mobilitati un centinaio di operai dalle fabbriche della Tiburtina per garantire il servizio d’ordine, e nel cortile universitario viene montato un palco su un piccolo camion, parcheggiato tra la Facoltà di Legge e la Fontana della Minerva.

Affluiscono gli studenti, ma la reazione non è quella che si aspetta la CGIL: appendono simbolicamente ad una forca un pupazzo che raffigura Luciano Lama.

Quando comincia il comizio gli Indiani Metropolitani cominciano a cantare slogan sulle note di Guantanamera; gli animi si scaldano e cominciano ad essere lanciati sassi verso il palco.

Luciano Lama ne esce indenne, protetto dal servizio d’ordine della CGIL, ma gli studenti riescono ad impadronirsi del palco.

L’episodio viene celebrato anche da Fabrizio De André nella canzone “Coda di Lupo”:

“Ed ero già vecchio quando vicino a Roma,
a Little Big Horn
capelli corti generale ci parlo all’Università
dei fratelli tute blu che seppellirono le asce.
Ma non fumammo con lui,
non era venuto in pace.”

17 Febbraio 1600

17 Febbraio 1600

Giordano Bruno viene messo al rogo per eresia a Roma in Campo de’ Fiori.

Frate dominicano, filosofo e scrittore, per la sua visione di Dio e per le sue convinzioni sulla Sacra Scrittura, sulla Trinità e sul Cristianesimo viene prima scomunicato da Clemente VIII, poi incarcerato e una volta giudicato eretico viene condannato ad essere arso vivo sul rogo.

L’inquisizione della chiesa cattolica lo metterà al rogo il 17 Febbraio 1600 in Piazza Campo de’ Fiori a Roma.

Le sue idee però sopravvivono alla sua morte, stimolando i pensatori del suo tempo a cominciare ad abbattere la concezione tolemaica del sistema solare, rivelando un universo molteplice, infinito e non centralizzato che aprirà la strada alla Rivoluzione Scientifica, oltre che ad essere il precursore di alcune teorie della cosmologia moderna, come il concetto di multiverso.

Essendo stato condannato a morte per le sue idee, Bruno è considerato un martire del libero pensiero.