1 Giugno 2001

Serena Mollicone scompare da Arce, in provincia di Frosinone. Verrà ritrovata morta due giorni dopo.

A trovarla è una squadra della protezione civile nel boschetto di Fonte Cupa ad Anitrella, a circa 8 km da Arce. Il cadavere ha un sacchetto di plastica sulla testa, una ferita vicino all’occhio e mani e piedi sono legati con scotch e fil di ferro. Il nastro adesivo che le copre la bocca è probabilmente la causa della morte dopo una lunga agonia.

Il 1 Giugno Serena esce di casa per andare in ospedale per una visita, che si conclude alle 9:30. Poi entra in una panetteria a prendere quattro pezzi di pizza e quattro cornetti vicino alla stazione, prende un autobus per Arce e viene vista in piazza, piazza Umberto I. Poi di lei non si sa più nulla.

L’unico indagato per la procura di Cassino è Carmine Belli, carrozziere, che quel giorno doveva incontrarsi con Serena. Viene iscritto nel registro degli indagati più di un anno dopo, nel Settembre 2002. Nel 2006 verrà prosciolto da ogni accusa, e continuerà a chiedere, come molti altri in paese, giustizia per Serena.

A dare una svolta alle indagini è un fatto che sembra non essere minimamente collegato: nel 2008 il carabiniere Santino Tuzi si uccide nella sua Fiat Marea con la pistola d’ordinanza. Si presume che sappia qualcosa su quanto successo a Serena: era presente in caserma il giorno della scomparsa di Serena e il suo suicidio presenta molte incongruenze.

Nel 2011 ad essere indagati sono il Maresciallo di Arce Mottola, sua moglie e suo figlio Marco, oltre al luogotenente Vincenzo Quatrale (accusato di concorso morale nell’omicidio e di istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi). La direzione che prendono le indagini porta alla Caserma di Arce: Serena potrebbe essere stata picchiata a morte dopo essersi presentata a rivelare alcuni strani traffici del paese e portata agonizzante al boschetto. Dopo aver scoperto che respirava ancora, i colpevoli l’avrebbero soffocata con il sacchetto di plastica.

Omicidio seguito da una serie di depistaggi per non individuare i colpevoli.

Nel 2016 il GIP di Cassino Angelo Valerio Lanna non archivia il caso e ordina una nuova autopsia, i cui risultati vengono resi noti nel 2018; la perizia rivela che sul nastro adesivo che legava Serena sono state trovate tracce di legno riconducibili alla caserma dei Carabinieri di Arce.

I colpevoli non sono ancora comunque stati condannati.


1 Giugno 1857

I fiori del male di Charles Baudelaire vengono pubblicati per la prima volta.

L’opera venne immediatamente censurata perché la forma poetica e i temi trattati fecero scandalo, così come il primo titolo dell’opera “Les lesbiennes” (Le lesbiche). Nel 1861 uscì in 1530 esemplari la versione aggiornata dell’opera dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate e le sostituì con altre 35 dividendo l’opera diversamente e aggiungendo la sezione “Tableaux Parisiens”.

Da molti critici, come dalla tradizione e dal pubblico (soprattutto quello più giovanile, attratto dalle tinte mitiche, macabre e vagamente erotiche), I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative dell’ottocento francese e non. Il lirismo aulico ed ampolloso che si unisce a sfondi surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica si tradusse, nei periodi successivi, nello stereotipo del Poeta Maledetto; chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d’infinita sofferenza e bassezza. Estremamente ispirante fu anche l’intenso misticismo del linguaggio ed un rigore formale, camuffato dall’ambigua moralità e dalle oscillanti posizioni in temi frequentemente metafisici e teologici.