20 Luglio 2001

Durante scontri in piazza in occasione del G8 viene ucciso Carlo Giuliani, con un colpo di pistola dal carabiniere Mario Placanica.

Carlo Giuliani, manifestante del G8 di Genova, viene ucciso da un colpo sparato dall’interno di una camionetta dei Carabinieri, durante gli scontri iniziati dalle forze dell’ordine. Il carabiniere che dovrebbe aver sparato, Mario Placanica, non verrà nemmeno processato, essendo considerato lo sparo legittima difesa.

Per approfondire:

Nessuno è Stato > Carlo Giuliani


20 Luglio 1893

L’anarchico Pietro Rigosi ruba una locomotiva a Poggio Renatico per compiere un suicidio simbolico, ma viene dirottato contro sei carri merci in sosta lungo un binario morto della stazione di Bologna.

Rigosi, sposato e padre di due figlie, è un aiuto macchinista (fuochista) della Rete Adriatica. Il 20 luglio 1893, all’età di 28 anni, intorno alle ore 17, si impadronisce della locomotiva 3541 che era assegnata al traino del treno merci 1343 in sosta approfittando dell’assenza del macchinista Carlo Rimondini e la conduce sui binari alla velocità di 50 km/h, che per quei tempi era davvero notevole. Il personale tecnico delle ferrovie riesce a deviare la corsa, e la locomotiva finirà con lo schiantarsi contro sei carri merci in sosta lungo un binario morto della stazione di Bologna.

Dopo lo schianto nel binario morto, nonostante il poderoso impatto, Rigosi verrà recuperato ancora vivo ma in pessime condizioni. Verrà ricoverato in ospedale, dove gli verrà amputata una gamba, e il suo volto resterà sfigurato da numerose cicatrici.

Nessuno seppe mai il vero motivo del suo gesto, ma un cronista della Gazzetta Piemontese riporta che, dopo il ricovero, l’uomo si lascia sfuggire la frase:

«Che importa morire? Meglio morire che essere legato!»

Rigosi verrà dimesso dall’ospedale dopo due mesi e non riceverà nessuna pena giudiziaria, ma soltanto un esonero dal servizio in ferrovia per motivi di salute (e non un licenziamento netto) e la corresponsione di un sussidio non molto elevato; tuttavia quando, al ritiro del sussidio, ne legge il motivo, “buona uscita”, cambia idea e si rifiuta di firmare. Accetterà di ritirare la somma solamente dopo che la motivazione verrà sostituita con “elargizione”.

Non si conoscono le circostanze della successiva morte di Rigosi, e non sono note sue fotografie né altri particolari della sua vita.

Rigosi era di idee profondamente anarchiche, e queste sue azioni vennero da molti interpretate quindi come un disperato gesto di protesta contro le difficilissime condizioni di vita e lavoro dell’epoca e contro l’ingiustizia sociale che si manifestava notevolmente in tutti gli ambienti, compreso il mondo del suo lavoro, quello del trasporto ferroviario. In esso le carrozze e i convogli di prima classe erano di gran lusso, mentre per le classi inferiori c’erano carrozze estremamente fatiscenti e scomode.

A questa vicenda il cantautore Francesco Guccini si ispirò per la sua famosa ballata La locomotiva, che narra la storia in chiave poetica.