21 Luglio 2001

Durante lo svolgimento del G8 di Genova viene assaltata la scuola Diaz da 275 agenti di polizia in tenuta antisommossa, provocando il ferimento di 82 delle 93 persone che dormivano all’interno della scuola, di cui 63 ospedalizzati.

Per tentare di giustificare le violenze avvenute durante la perquisizione (ed in parte la perquisizione stessa) alcuni dei responsabili delle forze dell’ordine decisero di portare all’interno della scuola Diaz delle bottiglie molotov, trovate in realtà durante gli scontri della giornata e consegnate al generale Valerio Donnini nel pomeriggio, oltre a degli attrezzi da lavoro trovati in un cantiere vicino, prove che avrebbero dimostrato la presenza nella scuola di appartenenti all’ala violenta dei manifestanti.

Il poliziotto Massimo Nucera, a dimostrazione di una possibile reazione da parte degli occupanti, mostrò una coltellata sul giubbotto antiproiettile, secondo lui inferta da un occupante della scuola, che però, seppur fermato, non venne identificato. L’agente è stato successivamente accusato di falso e di calunnia, i PM ritenevano infatti che il taglio sul giubbotto del poliziotto fosse stato fatto ad arte in un secondo momento.

La Corte Europea dei diritti dell’uomo, il  7 aprile 2015, condannerà lo Stato Italiano all’unanimità per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione sui diritti dell’uomo:

Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti

giudicando quindi come tortura l’operato della Polizia di Stato Italiana all’interno della Scuola Diaz e poi della Caserma Bolzaneto.

Tanti anni dopo questa buia prestazione delle nostre “forze dell’ordine” in Italia ancora non esiste il reato di tortura né numeri identificativi sulle divise della polizia.

Puoi anche vedere il film “Diaz – Don’t clean up this blood” di Daniele Vicari del 2012.

Magari a stomaco vuoto.