5 Luglio 1960

A Licata, durante uno sciopero la polizia spara sulla folla uccidendo Vincenzo Napoli.

In Italia c’è il governo Tambroni, con il motto “legge e ordine”, che non può permettersi proteste di massa e brutte figure con l’opposizione. Aveva ricevuto l’incarico a Marzo del 1960 per sostituire il governo di Antonio Segni, che si era appena dimesso. Obiettivo del governo era quello di svolgere la XVII Olimpiade a Roma e di approvare il bilancio dello Stato. Si chiuderà, nonostante gli sforzi di Tambroni, il 27 Luglio; 4 mesi e 1 giorno.

Anche per questa delicata situazione di governo ogni manifestazione viene duramente repressa.

A Licata viene organizzato da tutti i sindacati un grande sciopero generale. L’unica industria, la fabbrica della Montecatini, è in piena mobilitazione, la ferrovia è stata soppressa, le campagne sono in crisi, la disoccupazione cresce e molti stanno migrando verso il nord.

L’atteggiamento dello Stato e della polizia è però diverso dal solito: carica i manifestanti, ed è stata autorizzata ad imbracciare i mitra. La popolazione reagisce alle cariche e la polizia, in netta minoranza numerica, passa all’uso delle armi.

Alla stazione ferroviaria la polizia spara con i mitra. A morire è Vincenzo Napoli, 25 anni, che stava cercando di difendere un bambino che era spinto contro un muro e picchiato dai celerini.

Ci saranno in totale 24 feriti.