22 Novembre 1975

22 Novembre 1975

Piero Bruno di Lotta Continua viene colpito da alcuni spari durante una manifestazione a Roma.

Viene colpito al petto e a una gamba da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi dalla polizia mentre è a terra durante gli scontri tra manifestanti e “forze dell’ordine” in un corteo a favore dell’indipendenza dell’Angola; Pietro Bruno ha solo diciotto anni.

Il primo proiettile che raggiunge Piero alla schiena è esploso dal carabiniere Pietro Colantuono. Il colpo sparato mentre Piero è già a terra è esploso da un poliziotto in borghese, poi identificato nella guardia di PS Romano Tammaro.

Per simulare una situazione di pericolo ed accreditare la versione di intenti aggressivi da parte dei dimostranti, le forze di polizia trascinano il ferito verso l’ambasciata.

Oltre a Colantuono e Tammaro, ad aprire il fuoco è certamente anche il sottotenente dei CC Saverio Bossio.

Piero Bruno morirà il giorno successivo in ospedale

Nel dicembre 1976 il giudice istruttore emette la sentenza di archiviazione, scrivendo in tale ordinanza:

“se per la difesa dei superiori interessi dello Stato, congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata alla offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini”

Nessun poliziotto verrà condannato.

“Come Pietro Bruno Come Giorgiana Masi perché anche lo Stato spara pallottole nere”

Fronte Unico, L’ultimo respiro fa da testamento