11 Settembre 2001

Negli Stati Uniti, il dirottamento di tre aerei provoca il crollo del World Trade Center a New York e danni al Pentagono, e un quarto si schianta in Pennsylvania; muoiono quasi 3000 persone.

Gli attacchi ebbero grandi conseguenze a livello mondiale: gli Stati Uniti d’America risposero dichiarando la “Guerra al terrorismo” e attaccando l’Afghanistan controllato dai Talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. Il parlamento statunitense approvò lo USA PATRIOT ACT mentre altri stati rafforzarono la loro legislazione anti-terroristica, incrementando i poteri di polizia.

Nonostante rimangano numerosi dubbi sull’attentato (sulle modalità, la mancanza di prevenzione, la demolizione controllata delle Torri Gemelle, ecc) questo episodio è uno dei più importanti della storia degli Stati Uniti: da qui cominceranno le guerre preventive in medio oriente per la lotta al terrorismo.

Non ancora concluse, vedi Siria; o proprio l’Afghanistan, dove dopo 20 anni di occupazione, il ritiro delle truppe NATO l’ha riconsegnato nelle mani dei Talebani.


11 Settembre 1943

11 Settembre 1973

Salvador Allende muore durante il golpe dell’esercito cileno.

È stata la prima personalità politica dichiaratamente marxista a essere mai stata democraticamente eletta alla carica di Presidente d’un qualsiasi paese delle Americhe e, secondo alcuni, addirittura del mondo.

Laureatosi in medicina presso l’Università del Cile, dalla quale fu per un certo periodo allontanato e inquisito per le sue posizioni politiche verso la fine dei propri studi, figurò, nel 1933, tra i fondatori e principali animatori del Partito Socialista del Cile.

Successivamente eletto deputato nei ranghi del Congresso nazionale cileno nel 1937, venne, nel 1943, nominato Segretario nazionale del suo Partito, ricoprendo poi la carica di Ministro della Sanità e delle Politiche Sociali; infine, nel 1945, divenne senatore e, nel 1966, Presidente del Senato cileno.

Eletto, nel 1970, Presidente della Repubblica cilena, come candidato socialista democratico d’orientamento marxista, all’interno della coalizione di governo nota come Unità Popolare, composta, oltre che dal suo stesso Partito, dal Partito Comunista del Cile, dal Movimento d’Azione Popolare Unitario (un partito social-cattolico, nato da una scissione dell’ala sinistra del Partito Democratico Cristiano del Cile) e dal Partito Radicale, s’impegnò celermente nella progressiva e pacifica conversione della società cilena in una di stampo socialista, attraverso un particolare programma di governo battezzato “La vía chilena al socialismo”.

Per via di ciò, i suoi sostenitori e ammiratori, che si riferivano spesso a lui come Compañero Presidente (“Compagno Presidente”), lo annoverano tra i pochi rivoluzionari non violenti.

Fu deposto con l’uso della forza l’11 settembre del 1973, tramite un golpe dell’esercito cileno, segretamente appoggiato dalla CIA e dall’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon, che, per quasi l’intero mandato di Allende, s’impegnarono a indebolire la stabilità del Paese tramite l’utilizzo di considerevoli operazioni di boicottaggio economico (legali e non), generando così le condizioni della sua deposizione. Morí probabilmente suicida (non sono ancora chiare le circostanze della morte, alcuni esami propendono per un’esecuzione) in circostanze estremamente drammatiche – a causa dei continui bombardamenti della sede presidenziale da parte dell’aviazione militare cilena e degli scontri tra il suo corpo di guardia personale e i golpisti – nel Palacio de La Moneda a Santiago del Cile.

A seguito del golpe il generale Augusto Pinochet, leader degli insorti, instaurò una brutale dittatura retta da una giunta militare da lui presieduta, andando così a interrompere un lungo periodo (più di quarant’anni) di governi democratici susseguitisi nel Paese.

Ho realizzato per il podcast Se un ribelle spento questo episodio su Salvador Allende. Puoi ascoltarlo in streaming su Spotify e su tutte le principali piattaforme.