12 Maggio 1977
A Roma, durante la manifestazione organizzata dai radicali per l’anniversario del referendum sul divorzio, scoppiano tafferugli con la polizia. Durante una carica viene colpita mortalmente Giorgiana Masi, 19 anni: il Ministro degli Interni Francesco Cossiga negherà che gli agenti abbiano usato armi, ma foto sulla stampa mostrano agenti in borghese che sparano ad altezza d’uomo.
Giorgiana Masi era in piazza mentre scoppiavano gli scontri con la polizia insieme al fidanzato Gianfranco Papini. La ragazza viene colpita all’addome da un proiettile calibro 22 alle 19:55 in Piazza Gioacchino Belli. Viene portata in ospedale, ma è troppo tardi.
Vicino alla scuola di Giorgiana, su un muro, qualcuno scrive “Giorgiana Puttana”. I compagni di classe provvederanno subito a cancellarla.
Nel 1977 il clima in Italia era molto teso. Anche a Roma ci sono stati numerosi episodi di violenza, sia tra destra e sinistra che con la polizia; l’episodio forse più violento è stato il 21 Aprile 1977, quando l’agente Settimio Passamonti viene ucciso da attivisti dell’area di Autonomia Operaia insieme a quattro altri agenti.
In seguito a questo episodio il ministro dell’interno Francesco Cossiga vieta ogni manifestazione fino al successivo 31 Maggio. Il Partito Radicale decide di sfidare il divieto organizzando un sit-in in Piazza Navona per il 12 Maggio per celebrare il terzo anniversario della vittoria nel referendum sul divorzio. Si uniranno anche molti manifestanti legati all’area che verrà poi chiamata Movimento del ’77. In piazza si schierano circa 5000 agenti di polizia. Durante la giornata scoppiano incidenti con spari e lancio di bombe incendiarie, e molte persone, come Marco Pannella, dichiareranno la presenza di agenti in borghese tra la folla.
L’inchiesta sull’uccisione di Giorgiana Masi, sul ferimento di Elena Ascione e del carabiniere Francesco Ruggeri (o Ruggero) fu chiusa il 9 maggio 1981 dal giudice istruttore Claudio D’Angelo, su conforme richiesta del Pubblico Ministero, con la dichiarazione di impossibilità di procedere poiché rimasti ignoti i responsabili del reato.
Nel 1998, in seguito alla riapertura delle indagini – da anni sollecitate da più parti, e affidate al pubblico ministero Giovanni Salvi della procura di Roma -, venne riesaminata la pista che riguardava la pistola.
Per l’ex presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino, le parole di Cossiga pronunciate sull’accaduto confermerebbero come
“quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell’ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993“
Curiosamente, compagna di classe di Giorgiana Masi all’epoca dell’omicidio era Federica Sciarelli, futura conduttrice di “Chi l’ha visto”.
Tutti gli anni, il 12 maggio, si tengono a piazza Sidney Sonnino a Roma le commemorazioni di Giorgiana Masi.
Ho realizzato per il podcast Se un ribelle spento una puntata completamente dedicata a Giorgiana Masi.