1 Ottobre 1978
I carabinieri entrano nel covo Brigatista di Via Montenevoso a Milano.
Arrestano nove brigatisti: Lauro Azzolini, Franco Bonisoli, Nadia Mantovani, Antonio Savino, Paolo Sivieri, Biancamelia Sivieri, Domenico Goia, Maria Russo, Flavio Amico.
Vengono inoltre sequestrate armi, esplosivo e materiale di vario genere: opuscoli, volantini, schemi di discussione, documenti falsificati e banconote. Oltre alle lettere e al memoriale scritto da Aldo Moro durante i giorni della sua prigionia, che da qualche giorno erano analizzate per essere sintetizzate da Nadia Mantovani.
Si scoprirà poi che il covo di via Monte Nevoso era stato individuato dagli agenti di Dalla Chiesa già dalla fine di luglio, e tenuto sotto osservazione per ben due mesi, nel corso dei quali la base è stata frequentata anche da Mario Moretti. Ma l’ordine di farvi irruzione il generale Dalla Chiesa l’ha dato solo il 1° ottobre, cioè non appena i brigatisti hanno portato nel covo una parte delle carte di Moro.
È evidente come il generale fosse al corrente del fatto che le carte morotee sarebbero state portate nella base, e che quando ciò è avvenuto ne è stato informato. Anche in via Monte Nevoso, dunque, Moretti è miracolosamente scampato alla cattura, e può proseguire indisturbato la sua latitanza, che ormai si protrae da ben 7 anni – nessun altro del vertice brigatista ha mai goduto di tanta fortuna.
Nel covo di via Monte Nevoso, il 1° ottobre 1978, i carabinieri – i nuclei speciali del generale Dalla Chiesa, e i militari dell’Arma territoriale che fanno capo alla Divisione Pastrengo – trovano carte relative agli interrogatori di Moro (il “memoriale”, e secondo Mino Pecorelli anche «alcuni nastri magnetici con la viva voce del presidente Moro»). Scritti che, prima dell’arrivo sul posto del magistrato competente, vengono illegalmente portati nella caserma Pastrengo, e dopo alcune ore riportati nel covo solo in parte. Sorgono contrasti fra i nuclei speciali di Dalla Chiesa e i carabinieri della Pastrengo agli ordini del comandante della Divisione, generale Giovanbattista Palumbo, e del comandante della Legione milanese, colonnello Rocco Mazzei (entrambi affiliati alla P2); i contrasti inducono il generale Dalla Chiesa a ritirare anzitempo i suoi agenti dal covo di via Monte Nevoso, lasciando campo libero agli ufficiali di polizia giudiziaria della Pastrengo (i quali compilano e firmano i verbali della perquisizione per la magistratura).
Nel testo del memoriale che verrà poi reso noto, il prigioniero -rispondendo a 18 domande scritte che gli sono state consegnate da Moretti – parla della propria carriera politica, delle vicende politiche del dopoguerra, della strategia della tensione aperta dalla strage di piazza Fontana, della politica estera verso il Medio Oriente e l’Europa, delle tensioni all’interno dei servizi segreti, dei finanziamenti alla DC, dei maneggi di potere andreottiani, della struttura di guerriglia e controguerriglia della Nato, e di altro ancora.
Moro scrive anche del tentato golpe dell’estate 1964, ma non risulta faccia alcun accenno al più recente “golpe bianco” progettato da Edgardo Sogno nell’estate 1974. Una circostanza, quest’ultima, che ha due sole possibili spiegazioni: o i brani sul tentato golpe di Sogno sono stati “censurati” (da Moretti, o dagli apparati della sicurezza); oppure il capo brigatista non ha rivolto al prigioniero alcuna domanda sul tema (sebbene i progetti neogollisti di Sogno e della destra DC siano stati il ricorrente bersaglio delle prime BR, e nonostante Curcio e Franceschini li avessero nuovamente denunciati nel corso del sequestro, al processo di Torino). Il solo fatto certo è che gli scritti di Moro sono stati sottoposti a una doppia “censura”: quella di Moretti, e quella dei carabinieri della Pastrengo. Molti anni dopo emergerà l’ipotesi che in quelle carte, oltre alla rivelazione dell’esistenza in Italia della rete paramilitare occulta Nato di “Gladio”, ci fossero anche gli elenchi dei “gladiatori”.
Il 9 Ottobre 1990, dodici anni dopo la scoperta del covo, verrà scoperto un nascondiglio all’interno dell’appartamento con il materiale mancante del memoriale Moro.
- Silvana Mazzocchi. Nell’anno della Tigre – Storia di Adriana Faranda
- Sergio Flamigni, La sfinge delle Brigate Rosse. Delitti, segreti e bugie del capo terrorista Mario Moretti.
- Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini, Che cosa sono le BR
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