18 Agosto 1950

Julien Lahaut, presidente del Partito Comunista del Belgio, viene assassinato da alcuni esponenti di estrema destra.

Durante il giuramento al parlamento del nuovo Re Baldovino, uno dei deputati comunisti gridò “Vive la République!” (“Lunga vita alla Repubblica!”) in segno di protesta. La stampa dichiara che sia Lahaut.

Una settimana dopo, il 18 agosto 1950, Lahaut viene colpito e ucciso da due assassini. Su un’ondata di indignazione per questo omicidio, gli scioperi spazzano il paese, 300.000 persone partecipano al funerale. François Goossens, un monarchico belga, viene in seguito identificato come uno degli assassini, anche se non è sicuro se abbia sparato effettivamente i colpi effettivi.

Il 19 giugno 2012, il Senato belga deciderà di condurre una nuova inchiesta prendendo in considerazione una proposta legale per estendere i finanziamenti per uno studio storico sull’assassinio.

Il 17 agosto 2012, il ministro Paul Magnette annuncerà un contributo federale di € 320.000 per lo studio.

Nato il 6 settembre 1884 nella città di Seraing in una famiglia operaia, dall’età di 14 anni inizia a lavorare in impianti metallurgici.

Nel 1905 diviene membro del Comitato centrale e poi segretario dell’Unione dei Metalmeccanici di Liegi, membro del Partito Operai Del Belgio (BRP). Nel 1921 viene espulso dal sindacato e dal PDU durante le riforme attuate dalla dirigenza. Immediatamente crea un sindacato rivoluzionario dei metalmeccanici.

Dal 1923, è membro del Partito Comunista del Belgio (PCB), dal 1924 membro del suo Comitato centrale e del Politburo del Comitato Centrale. Ripetutamente perseguitato, nel 1933 viene eletto nel Parlamento belga.

Dopo l’occupazione del Belgio da parte delle truppe tedesche nel 1940, Lahaut è un membro della leadership illegale del PCB, è uno degli organizzatori del movimento di Resistenza belga. Il 10 maggio 1941, sotto la guida di Lahaut, si tiene uno sciopero di 100.000 operai di Liegi. Nel 1941-1945 è stato internato nel Campo di concentramento nazista di Mauthausen per la sua appartenenza comunista e gli appelli contro il nazismo. Nonostante la salute minata nel campo, sopravvive fino alla liberazione di Mauthausen dagli alleati nel maggio 1945.

Nell’agosto del 1945 viene eletto presidente del Partito Comunista del Belgio e membro del parlamento.