4 Agosto 2009

Francesco Mastrogiovanni, insegnante anarchico di 58 anni, muore dopo 87 ore di contenzione sul lettino di un ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania (SA).

Viene arrestato in spiaggia in Cilento da un insolito dispiegamento di forze di polizia. Non è violento, non urla, ha solo paura di essere arrestato (ha alle spalle diversi internamenti ingiusti: due arresti nel 1972 e nel 1999 e due TSO, nel 2002 e nel 2005).

Il motivo per cui è ricercato dalle “forze dell’ordine” è che qualche giorno prima aveva cantato canzoni antigovernative, “come si addice ad un noto anarchico“.

Viene internato per un T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Gli viene dato da mangiare, poi viene legato ad un letto mani e piedi. Rimarrà così legato per 82 ore, fino alle 2 di notte del 4 Agosto, quando morirà. Gli infermieri se ne accorgeranno soltanto ore dopo, alle 7:30.

Un altro omicidio di Stato, ma in questo caso il video delle telecamere di sicurezza non lascia scampo. Condannati i medici che ne hanno disposto il TSO, non il sindaco di Vallo della Lucania né i carabinieri che lo hanno arrestato.

Come Mastrogiovanni in Cilento,
un T.S.O. del cazzo.
Se sei anarchico non sei anarchico:
devi essere pazzo

Fronte Unico
Omicidi di Stato


4 Agosto 1974

Sulla linea ferroviaria Firenze – Bologna, in prossimità dell’uscita dalla lunga galleria appenninica, in località San Benedetto Val di Sambro, un ordigno ad alto potenziale, a base di “termite”, esplode nella ritirata della vettura numero 5 del treno Italicus, affollato di gente che si sposta per le vacanze estive.

I soccorsi, difficilissimi nel buio del tunnel, estraggono dalle lamiere del treno 12 morti e 44 feriti. Tale attentato, noto come Strage dell’Italicus, è riconducibile alla strategia della tensione, a ordine nuovo e ambienti dell’estrema destra toscana e politicamente alla loggia massonica P2, come emerso dalla Commissione Parlamentare sulla Loggia P2.

La bomba esplode nella quinta vettura del treno, proveniente da Roma e diretto a Monaco di Baviera attraverso il Brennero alle ore 01:23, da una valigetta nascosta sotto un sedile. Il timer avrebbe dovuto far esplodere la bomba all’interno della Grande Galleria dell’Appennino nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, ma il recupero di tre minuti da parte del treno permette che l’ordigno esploda a soli 60 metri dallo sbocco

Nell’attentato muoiono 12 persone (alcune per l’esplosione, altre arse vive dall’incendio) ed altre 48 rimangono ferite.

Se la bomba fosse esplosa al centro del tunnel le vittime sarebbero state molte di più, come avverrà 10 anni dopo con la Strage del Rapido 904.

Tra le vittime anche il ferroviere Silver Sirotti, morto dopo essersi lanciato tra le fiamme per soccorrere i feriti con un estintore. Verrà insignito della Medaglia d’oro al valor civile.

Aldo Moro, presente sul treno per raggiungere la famiglia a Bellamonte, viene fatto scendere all’ultimo momento con la scusa di firmare alcuni documenti.

La sentenza definitiva della cassazione del 1992 assolverà tutti gli imputati, lasciando impunita l’ennesima strage di stato.

Dopo la sentenza sulla strage di Piazza Loggia molti collegamenti con gli ambienti neofascisti di Ordine Nero sembrano legare questa strage alla strage di Brescia (avvenuta poco più di due mesi prima), tanto da aprire un processo Italicus Bis.