15 Febbraio 2013
Nella regione a sud degli Urali, in Russia, alle ore 9:13 locali, la meteora di Čeljabinsk, un meteoroide di circa 15 metri di diametro e una massa di 10.000 tonnellate colpisce l’atmosfera alla velocità di 54.000 km/h, e si frantuma sopra la città di Čeljabinsk. Una parte dei frammenti colpisce il lago Čebarkul’, dal quale il 16 ottobre del 2013 è stato ripescato un grosso pezzo di circa 300 kg di peso.
Anche se le prime notizie circolate su Internet e riprese dai mass media di tutto il mondo riportano di una pioggia di meteoriti e di cristalli di meteorite che causano il ferimento di centinaia di persone, in realtà non cadono meteoriti sui centri abitati. Si è trattato di un fraintendimento legato all’alto numero di feriti per le schegge delle finestre andate in frantumi per l’onda d’urto. L’esplosione, di energia pari a circa 500 chilotoni, ha prodotto un’onda d’urto che ha distrutto 200.000 m² di finestre (i cui frammenti hanno colpito e ferito oltre 1000 persone), e causato, probabilmente, il collasso della copertura di una fabbrica di zinco. Essendo il bolide esploso direttamente alcune decine di km sopra la città, si ritiene che nessun grosso frammento sia caduto sopra il centro urbano stesso, data l’enorme velocità orizzontale dell’oggetto al momento della frammentazione.
15 Febbraio 2003
Proteste globali contro la guerra in Iraq si svolgono in oltre 600 città del mondo. Stime che vanno dai 10 ai 15 milioni di partecipanti. La manifestazione di Roma, con circa 3 milioni di dimostranti, è quella con la partecipazione più alta.
15 Febbraio 2000
La centrale nucleare di Indian Point II a New York perde una piccola quantità di vapore radioattivo a causa della rottura di un generatore.
15 Febbraio 1999
Abdullah Öcalan viene arrestato a Nairobi, in Kenya.
Viene catturato dagli agenti del servizio segreti turco del Millî İstihbarat Teşkilatı mentre sta cercando di raggiungere l’aeroporto di Nairobi dalla sede della rappresentanza diplomatica greca, viene fatto imbarcare su un aereo messo a disposizione da un imprenditore turco e portato direttamente ad İmralı, una prigione di massima sicurezza sull’isola omonima nel Mar di Marmara di cui è l’unico detenuto.
Al suo arresto seguiranno grandi proteste dei curdi e non in tutto il mondo, soprattutto verso le sedi diplomatiche greche.
Anche in Italia ci saranno molte proteste, che sfoceranno in scontri che porteranno ad arresti e perquisizioni, soprattutto per la mancata concessione ad Öcalan dello status di rifugiato politico.
Il 12 Novembre 1998 infatti il leader curdo era arrivato a Roma da Mosca con Ramon Mantovani, deputato di Rifondazione Comunista. Öcalan si era consegnato alla polizia italiana, ma la minaccia di un boicottaggio della Turchia verso le aziende italiane aveva spinto il governo d’Alema a ripensare alla concessione dell’asilo politico.
Non potendo estradarlo in Turchia (in cui ancora vigeva la pena di morte) e non potendo concedergli l’asilo (incarico che spetta alla magistratura), il governo italiano lo convince a partire per Nairobi, dove poi è stato arrestato.
Eviterà la pena di morte solo perché abolita in Turchia nell’Agosto del 2008 su pressione dell’Unione Europea.