21 Febbraio 1973

21 Febbraio

Un Boeing 727, partito da Bengasi e diretto a Il Cairo, viene abbattuto da un caccia israeliano sul Deserto del Sinai. 108 vittime.

Dopo la partenza il volo incontra condizioni di maltempo con presenza in quota di statocumuli e altocumuli e smarrisce la rotta dopo essere transitato sulla verticale del villaggio di Sidi Barrani, a circa 95 chilometri a est del confine fra Libia ed Egitto. Il comandante, disorientato, prosegue quindi oltre Il Cairo e, venendosi a trovare sopra il deserto del Sinai e avendo recuperato visibilità del terreno, si rende conto di essere in una zona non coperta dai servizi di navigazione aeronautica.

L’israeliana Jewish Telegraphic Agency, alle ore 13,55 riporta che il Boeing sarebbe penetrato per 80 chilometri nei territori occupati da Israele, avrebbe costeggiato il Canale di Suez e avrebbe sorvolato un campo di volo militare israeliano facendo scattare l’intercettazione del velivolo da parte di due Phantom dell’Aeronautica Militare israeliana.

L’intercettazione inizialmente vede i due caccia israeliani segnalare al jet civile di atterrare mediante i segnali tipici di quelle manovre e con alcune salve di cannoncino esplose di fronte al muso del Boeing; poi, visto che il pilota del volo libico non risponde, i due piloti militari abbattono il trimotore civile con raffiche di proiettili traccianti alle ali fin quando il velivolo non prende fuoco. Nel tentativo di compiere un atterraggio di emergenza il jet si schianta al suolo uccidendo sul colpo 70 presenti a bordo. Nei giorni seguenti, però, il numero delle vittime salirà a 108 e soli 5 passeggeri si salvano.

Il rappresentante permanente egiziano presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ambasciatore Esmat Abdel Meguid, in una dura lettera del 2 marzo 1972 rivolta al Presidente del Consiglio di Sicurezza, fra le altre cose rimarca:

“E’ opportuno notare che l’aereo aveva deviato verso il Sinai, che è illegalmente occupato da Israele in spregio ai principi e agli intendimenti dello Statuto delle Nazioni Unite e della numerose risoluzioni dell’Organizzazione. Se Israele avesse rispettato e applicato gli obblighi imposti da quello statuto e dalle risoluzioni dell’ONU, il suddetto massacro sarebbe stato evitato e vittime innocenti sarebbe state risparmiate”


21 Febbraio 1965

21 febbraio

Malcolm X viene assassinato a New York da membri della Nazione dell’Islam.

Il 14 febbraio 1965, Malcolm e la sua famiglia sopravvivono a un attentato dinamitardo contro la loro abitazione.

Una settimana dopo, il 21 febbraio, durante un discorso in pubblico a Manhattan, Malcolm viene ucciso, all’età di 39 anni, da sette colpi di arma da fuoco.

Ai funerali di Malcolm X, celebratisi il 27 febbraio 1965 ad Harlem, partecipano oltre 1.500.000 persone.

Tre membri della Nation of Islam (N.O.I.) vengono arrestati per il suo assassinio: Talmadge Hayer, Norman Butler e Thomas Johnson, e condannati per omicidio nel marzo del 1966; tuttavia il solo Hayer confesserà le proprie responsabilità sull’omicidio, mentre in seguito verranno fatti altri nomi sui mandanti, tutti in seno alla Nation of Islam.


21 Febbraio 1848

21 febbraio

Karl Marx e Friedrich Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista.