22 Febbraio 1980
A Roma, Valerio Verbano, studente di 18 anni vicino agli ambienti dell’Autonomia Operaia, viene ucciso con un colpo alla nuca da tre neofascisti che lo attendono a casa sua, dopo esservisi introdotti e aver immobilizzato i genitori.
Nonostante le lunghe e ripetute indagini, le dichiarazioni dei vari pentiti e le molteplici rivendicazioni che pervengono alle forze dell’ordine nei giorni successivi al fatto, il movente e i responsabili dell’omicidio non vengono mai accertati e tutte le inchieste non hanno portato ad alcuna verità giudiziaria.
Intorno alle 12:44, tre giovani armati e coperti da un passamontagna si introducono con una scusa in casa Verbano, al quarto piano di via Monte Bianco 114, nel quartiere romano di Monte Sacro. Spacciandosi per amici del figlio riescono a convincere i genitori di Verbano ad aprire le porte della loro abitazione; una volta introdottisi all’interno dell’appartamento, armati di pistole con silenziatore, i tre legano e imbavagliano i genitori che, immobilizzati con nastro adesivo, vengono portati nella loro camera da letto. A quel punto, rimangono in attesa del rientro di Valerio, non ancora rincasato da scuola.
Al suo ritorno, intorno alle 13:40, aperta la porta di casa, Verbano è subito assalito dai tre. Nella colluttazione che segue riusce a disarmare uno degli assalitori e a tentare la fuga attraverso una delle finestre dell’appartamento. Viene però raggiunto da un colpo di arma da fuoco alla schiena che gli entra nella spalla sinistra recidendogli l’aorta e facendolo cadere morto sul divano del salotto. Quando gli aggressori si danno alla fuga, nella concitazione, lasciano nell’appartamento un passamontagna, una pistola calibro 38 con silenziatore, un guinzaglio per cani, un paio di occhiali da sole e un bottone di camicia.
Allertati dallo sparo, i vicini di casa accorsi nell’appartamento dei Verbano immediatamente dopo la fuga degli assassini, liberano i genitori e tentano di soccorrere invano il ragazzo che morirà poco dopo, ancor prima di essere caricato nell’ambulanza che lo avrebbe trasportato all’ospedale.
L’omicidio ha una grandissima risonanza cittadina, grazie anche alla militanza politica di Verbano. Il 25 febbraio, giorno dei funerali (e del suo compleanno), si registrano diversi episodi di violenza dei gruppi legati all’Autonomia duramente repressi con cariche e lacrimogeni dalla polizia, fin dentro il cimitero del Verano, dove Verbano viene sepolto. Dalle finestre del commissariato di San Lorenzo, quartiere romano attiguo al cimitero, vengono addirittura esplosi diversi colpi di pistola sul corteo funebre.