18 Maggio 1944
Dante Di Nanni, militante dei GAP torinesi, viene ucciso dalle truppe nazifasciste a 19 anni.
Figlio di immigrati pugliesi, frequenta le scuole serali fino alla qualifica di aggiustatore meccanico. Tra il 1939 e il 1942 lavora in fabbriche torinesi (Savigliano, Microtecnica), finché nel Settembre del 1942 si arruola come allievo motorista volontario nell’Aeronautica militare, dove rimane in servizio attivo fino all’armistizio dell’8 Settembre 1943.
Per non essere catturato dai nazisti lascia la caserma di Udine dove è di stanza e torna a Torino per entrare nella Resistenza; per tre mesi con una delle prime bande partigiane, poi con i GAP di Giovanni Pesce, dove si arruola nel Gennaio 1944.
Nella notte fra il 16 e il 17 Maggio, insieme ai compagni Bravin e Valentino, fa esplodere una stazione radio EIAR incaricata di disturbare le trasmissioni degli alleati. Viene dato l’allarme e i tre partigiani fuggono. Bravin e Valentino vengono catturati, mentre Di Nanni fugge al rifugio dei GAP in Via San Bernardino 14.
Credendo morti i compagni non abbandona il rifugio. I compagni, sottoposti a torture, resistono 24 ore prima di rivelare l’ubicazione del rifugio. Parte una squadra di 5 agenti del GNR, che cerca di arrestare Di Nanni. Di Nanni mette fuori combattimento i primi due agenti e si barrica in casa. Arrivano rinforzi, che cingono d’assedio il rifugio.
Dopo un lungo scontro a fuoco cala il silenzio. Gli agenti del GNR entrano nell’edificio, dove non trovano nessuno. Cercano a lungo, finché sentono un rumore provenire dallo scarico condominiale dell’immondizia. Sparano raffiche di mitra che uccidono Di Nanni.