31 Maggio 1972

Strage di Peteano: tre carabinieri muoiono nell’esplosione di un’autobomba piazzata da Ordine Nuovo.

La notte del 31 maggio, alle ore 22:35, una telefonata anonima arriva al centralino del pronto intervento della Stazione dei Carabinieri di Gorizia: a riceverla e a registrarla è il centralinista di turno Domenico La Malfa. Il testo della comunicazione in lingua dialettale è il seguente:

«Pronto? Senta, vorrei dirle che c’è una machina con due buchi sul parabrezza nella strada da Poggio Terza Armata a Savogna… la xè una 500…»

Sul posto segnalato giungono tre gazzelle dei carabinieri, che trovano la Fiat 500 bianca con i due buchi sul parabrezza, così come aveva comunicato in dialetto l’anonimo informatore.

La prima pattuglia che viene inviata è quella dei carabinieri di Gradisca, con l’appuntato Mango e il carabiniere Dongiovanni. Dieci minuti dopo i due sono sul posto e trovano la Cinquecento targata GO 45902.

È visibile in un viottolo di terra battuta, subito dopo una curva, al chilometro 5. Mango decide di chiamare il suo ufficiale, il tenente Tagliari, che parte anche lui accompagnato dal brigadiere Antonio Ferraro e dal carabiniere Donato Poveromo e arrivano sul posto con una seconda gazzella alle 23:05, poi raggiunta da una terza pattuglia da Gorizia.

I carabinieri Antonio Ferraro, Donato Poveromo e Franco Dongiovanni tentano di aprire il cofano del mezzo, provocando l’esplosione dell’auto e rimanendo uccisi, mentre altri due rimangono gravemente feriti.

I responsabili dell’attentato verranno identificati in Vincenzo Vinciguerra (reo confesso), Carlo Cicuttini e Ivano Boccaccio, aderenti al gruppo eversivo neofascista Ordine Nuovo; tuttavia finiranno sotto inchiesta anche esponenti delle forze armate e dell’ordine per tentativi di depistaggio dell’indagine tramite apertura di filoni d’inchiesta, poi rivelatisi inconsistenti, nei confronti di organizzazioni e gruppi di sinistra ed estrema sinistra; lo stesso segretario del Movimento Sociale Giorgio Almirante verrà accusato di aver favorito la fuga e la latitanza in Spagna di uno dei responsabili dell’attentato, Carlo Cicuttini, che verrà condannato all’ergastolo in contumacia, inizierà a scontare la pena nel 1998, ma per motivi di salute verrà scarcerato e morirà nel 2010.