24 Settembre 2005

Paolo Scaroni, ultras del gruppo Brescia 1911, viene brutalmente pestato a Verona dalla polizia.

Paolo Scaroni resta in coma, e i medici non sono ottimisti. Probabilmente non si risveglierà mai, ma se lo farà “sarà un vegetale”. Restano quindi stupiti anche loro quando Paolo un mese dopo, durante un prelievo di sangue, apre gli occhi e parla, anche se a fatica.

Paolo era andato in trasferta con altri 800 tifosi del Brescia, gruppo Brescia 1911. Un gruppo impegnato anche politicamente contro i “padroni del calcio-tv” e le “schedature”. Una volta finita la partita sono stati scortati dalla celere alla stazione di Verona. Dove si è scatenata la follia. Tre cariche violentissime della polizia lasciano 32 tifosi feriti, colpiti perlopiù alla schiena. Uno di questi è Paolo, colpito ripetutamente alla testa da manganellate; viene salvato dagli amici, si rialza. Vomita e poi sviene. L’ambulanza arriva con quasi 30 minuti di ritardo.

Si sviluppano due versioni diverse dei fatti: una da parte della polizia e una dei tifosi (ma anche dei testimoni presenti sui binari).

Quella della polizia sostiene che i tifosi del Brescia hanno occupato il primo binario della stazione bloccando la testa del treno, e quando la celere si è avvicinata per disperderli sono stati aggrediti con cinghie, aste di ferro, pugni e calci. Per loro Paolo Scaroni è stato picchiato dagli ultras del Verona, che però in stazione non sono stati visti da nessuno. Nei verbali si parla di un “tifoso colto da malore a bordo del treno”. Quando si appura che in stazione non c’erano i tifosi avversari si torna al grande classico: una pietra lanciata dagli stessi ultras durante gli scontri.

I tifosi smettono di andare a tifare allo stadio, ma vanno in ospedale a tifare per Paolo.

Quando Paolo si risveglia dopo più di un mese racconta tutto a una poliziotta, che coraggiosamente apre un’inchiesta sui colleghi.

La versione di Paolo è molto diversa, riguardo a quel 24 Settembre.

“Erano almeno quattro celerini, con i caschi. Mi urlavano: bastardo. Picchiavano con i manganelli impugnati al contrario per farmi più male”. E non volevano solo immobilizzarlo: i referti medici confermano che Paolo è stato colpito “sempre e solo alla testa”. La poliziotta interroga il personale del treno. E scopre che la storia dei binari occupati dagli ultras era una balla. “I tifosi erano assolutamente tranquilli, noi eravamo pronti a partire: non ho visto nessun atto di violenza, provocazione o lancio di oggetti”, dichiarano i macchinisti.
La poliziotta scopre verbali truccati, testimonianze non trascritte, filmati scomparsi. Un giudice ordina di procedere e otto celerini del reparto di Bologna finiscono a processo.


24 Settembre 1962

James Meredith entra nell’Università del Mississippi: è il primo afroamericano a farlo.

Questo episodio è una delle tappe più importanti per il movimento dei diritti civili statiunitense.

Fa domanda d’ammissione all’Università il 31 Maggio 1961, ma il NAACP lo respinge nonostante l’alto punteggio.

Meredith non si arrende, e continua fino alla Corte Suprema, dove il procuratore generale Robert Kennedy accetta il suo ricorso.
Nel campus, ad Oxford, gli studenti bianchi e razzisti si rivoltano.

Kennedy manda 500 US Marshall per sedare i disordini, supportati dalla Guardia Nazionale del Mississippi.
Negli scontri violenti moriranno due persone (tra cui Paul Guihard, giornalista francese) e 160 US Marshall resteranno feriti.