9 Settembre 2008
Stefano Brunetti muore in ospedale per le percosse ricevute al carcere di Velletri, dopo essere stato arrestato il giorno prima.
L’8 Settembre Stefano Brunetti viene arrestato per una rissa. Stava rubando in un negozio, e il proprietario ha reagito. Secondo la polizia, dopo essere stato portato in caserma, Brunetti, rinchiuso in camera di sicurezza, comincia ad autolesionarsi. La polizia chiama il medico di guardia e lo sedano.
Alle 2:00 di notte viene portato in carcere a Velletri.
In giornata lo portano d’urgenza al pronto soccorso.
Il medico gli chiede: “Chi ti ha conciato così?”
Lui risponde: “Mi hanno menato le guardie del commissariato di Anzio”.
Morirà in giornata. L’autopsia dirà che la milza era quasi esplosa, due costole alla stessa altezza erano rotte. Tumefazioni sulle braccia e sul torace.
Cinque persone, tra medici e detenuti, diranno che Brunetti aveva detto che era stato picchiato.
In primo grado verranno assolti i poliziotti Salvatore Lupoli e Alessio Sparacini, accusati di essere responsabili delle percosse, e Massimo Cocuzza e Daniele Bruno per averli coperti: la milza verrà giustificata dalla cirrosi epatica, le tumefazioni se le sarebbe fatte da solo picchiando contro un lavandino.
In appello, nel 2016, verranno di nuovo assolti tutti; nella sentenza si legge che i pestaggi sono plausibili, ma non ci sono prove certe.
Omicidio di Stato con il solito scontato finale: nessuno è Stato. Non è Stato nessuno.
9 Settembre 1943
A Roma viene costituito il CLN, Comitato di Liberazione Nazionale, un’associazione di partiti e movimenti che si opponevano al fascismo e all’occupazione tedesca.
All’interno c’erano attivisti e rappresentanti di comunisti (PCI), democristiani (DC), azionisti, (PdA), liberali (PLI), socialisti (PSIUP) e demolaburisti (PDL). Il Partito Repubblicano Italiano non entrò nel CLN nonostante avesse partecipato poi alla Resistenza per la sua posizione antimonarchica-istituzionale. Anche alcuni gruppi di sinistra non entrarono nel Comitato, criticando il compromesso dell’unità nazionale su cui si basava (combattere prima i tedeschi invasori per poi risolvere i problemi dell’assetto istituzionale dello Stato).
Dal CLN provengono i primi tre presidenti del Consiglio (Bonomi, Parri e De Gasperi).
Il CLN ha coordinato e diretto la Resistenza Italiana da Milano (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, CLNAI) e da Roma (Comitato di Liberazione Nazionale Centrale, CLNC).
Durante i giorni di insurrezione nazionale prima del 25 Aprile abbe di fatto delega dei poteri di governo.
9 Settembre 1943
Il giorno dopo l’armistizio firmato da Badoglio e Eisenhower gli alleati sbarcano superando le difese nazifasciste a Salerno (Operazione Avalanche) e a Taranto (Operazione Slapstick).
Le operazioni seguivano l’invasione alleata della Sicilia durante la campagna d’Italia.
Con l’Operazione Avalanche, sbarcando a Salerno, gli Alleati volevano creare le basi per la conquista di Napoli e soprattutto del suo porto, da cui sarebbero partiti i rifornimenti per le truppe impegnate nell’Italia del Sud. Dopo quasi due settimane di aspri scontri, gli alleati riuscirono a uscire dalla testa di ponte e a cominciare l’avanzata verso Napoli, che venne conquistata il 1° Ottobre del 1943.
Con l’Operazione Slapstick i britannici accettano l’offerta del governo italiano di Badoglio di aprire il porto di Taranto e Brindisi agli Alleati. Lo sbarco avviene senza resistenza tedesca o fascista, tranne qualche imboscata lungo la strada verso nord della 1ª Divisione Paracadutista tedesca, tanto che a fine Settembre i britannici avevano già raggiunto Foggia, 200 km più a Nord.