9 Dicembre 2006

9 Dicembre 2006

A Mosca un incendio nell’ala femminile di un’ospedale psichiatrico causa 45 morti. Le vittime sono tutte donne.

All’ospedale Numero 17 per la disintossicazione dalla droghe e dall’alcol situato nella parte sud-occidentale della città è l’1:40 di notte (23:40 ora italiana) quando scoppia un incendio.

A provocarlo probabilmente è una paziente della struttura, in crisi d’astinenza, che inonda di liquido infiammabile la mensa situata al secondo piano.

Vengono inviati più di venti mezzi dei vigili del fuoco, che riescono a circoscrivere le fiamme al secondo piano della struttura, ma il fumo crea problemi di intossicazione alle persone all’interno. 

Nonostante venga incolpato il personale che non ha rispettato le procedure di evacuazione, i soccorritori affermano che a provocare così tante vittime sono state le griglie metalliche che hanno bloccato le vie di fuga e hanno trasformato il braccio in fiamme in un’enorme trappola.

Soltanto un’uscita d’emergenza era agibile.

Tutte le vittime dell’incendio sono donne, di cui fanno parte anche due dipendenti della struttura e la presunta paziente che ha appiccato l’incendio.

Don Ciotti commenterà così l’episodio:

“Molte di quelle vittime si sarebbero potute evitare se alle finestre, come purtroppo spesso accade nelle strutture di ricovero per persone tossicodipendenti e alcooldipendenti, non ci fossero state le sbarre, e se alle porte non ci fossero stati i lucchetti e se si fossero rispettati i minimi standard di sicurezza. Una sicurezza e un diritto alla cura ribaditi in molti Trattati internazionali, sottoscritti da molti Paesi, a partire dalla Dichiarazione universale dei Diritti umani”.

Don Luigi ricorda come “ancora una volta la logica che riduce chi consuma e dipende da sostanze psico attive ad un inabile, che ha il dovere di curarsi ed e’ trattato come un criminale pericoloso a cui limitare la libertà in strutture di cura coatte, ha finito per produrre altri danni aggiuntivi”. La tragedia del 9 dicembre, va avanti, “ci rammenta tante piccole tragedie che avvengono in molti luoghi di molte città del mondo”.