9 Marzo 1976

9 Marzo

In Val di Fiemme la cabina della funivia del Cermis con 43 persone a bordo cade, a causa della rottura della fune, in località Maso Teta. Moriranno 42 persone, soltanto uno riuscirà a sopravvivere.

Alle 17:20, mentre la funivia sta scendendo dal Cermis, a 30km da Trento nei pressi della stazione sciistica di Cavalese, a causa della rottura del cavo in acciaio portante la cabina contenente 43 persone (21 cittadini tedeschi, perlopiù della città di Amburgo, 11 italiani, 7 austriaci e un francese) di cui per la maggior parte bambini. E’ il peggior incidente di una funivia mai verificatosi.

La cabina cade per 200 metri contro il fianco della montagna, per poi rotolare per altri 100 metri e fermarsi in un campo di erba. Nella caduta il carrello che trascinava la cabina sul cavo (del peso di circa 3 tonnellate) si infrange sulla cabina, schiacciandola.

L’unica sopravvisuta dei 43 occupanti sarà Alessandra Piovesana, di 14 anni, che era in gita scolastica e prese 50 milioni di lire di risarcimento.

La successiva inchiesta per la tragedia rivelerà che due funi di acciaio si erano accavallate, causando l’una il tranciamento dell’altra, molto probabilmente nei pressi di uno dei sostegni in acciaio della funivia.

L’impianto era stato realizzato soltanto nel 1966 (10 anni prima), ed era stata prevista una durabilità di 30 anni.


9 Marzo 1916

9 marzo

Pancho Villa guida 1.500 messicani contro la città di Columbus, nel Nuovo Messico, facendo 17 vittime.

Dopo la Battaglia di Celaya del 195, dove Pancho Villa aveva subito la sua più pesante sconfitta, la Divisione del Nord era in difficoltà per la mancanza di rifornimenti (soldi, munizioni e rifornimenti militari soprattutto) necessari per continuare la guerra contro il presidente messicano Venustiano Carranza.

Per questo Pancho Villa parte con 500 cavalieri da Palomas, dalla parte messicana del confine. Le ragioni dell’assalto non verranno mai chiarite. Dopo il ritorno dei suoi esploratori, che lo informano che la guarnigione di Columbus dispone di soli 20 uomini, Pancho Villa parte all’assalto alle 04:15 urlando ¡Viva Villa! ¡Viva México!, bruciando e saccheggiando le case della città.