Il venditore di armi
Il venditore di armi è un romanzo di Hugh Laurie pubblicato da Marsilio nel 2008.
Trovo questo libro tra i miei pdf e rimango a bocca aperta. Quel Hugh Laurie? Quello che fa Gregory House? Solitamente penso che se uno ha una dote è quella. Lui sa recitare, il personaggio della serie è uno dei più credibili e complessi comparsi sul piccolo schermo. Non sarà in grado di fare nient’altro altrettanto bene.
Poi scopri che oltre ad attore e scrittore è anche musicista, doppiatore e regista, e allora la curiosità aumenta.
Pubblicato nel 1996 in Gran Bretagna, arriva solo nel 2007 in Italia sull’onda del successo di Dottor House – Medical Division.
Thomas Lang è un ex poliziotto con una ex moglie, che adesso fa il mercenario per vivere, nonostante i contatti che ancora gli restano con i poliziotti e i servizi segreti londinesi. E non è un criminale, tutto sommato: quando gli offrono centomila dollari per uccidere un industriale americano, Lang non accetta e cerca di avvertire il suo “obiettivo” del pericolo che corre. Si troverà coinvolto in un traffico internazionale di armi, tra imprenditori senza scrupoli, polizia, CIA e servizi segreti della regina.
Citazioni da “Il venditore di Armi”
“Quando qualcuno ti dice che è una lunga storia, è solo un modo cortese di informarti che non te la racconterà mai”
“Il sesso provoca più infelicità che piacere. Perché uomini e donne vogliono cose diverse e uno dei due finisce sempre deluso”
“Nella vita reale, e mi scuso se mando in pezzi illusioni coltivate con amore nel profondo dell’animo, gli uomini nella posizione di Ricky non mandano nessuno affanculo. Non sogghignano insolenti, non sputano negli occhi altrui, e di sicuro, definitivamente, categoricamente, non si liberano d’impeto. Quel che davvero fanno è restare immobili, e rabbrividire, e piangere, e implorare, letteralmente implorare, la mamma. I loro nasi colano, le gambe tremano, ed emettono uggiolii. E’ così che sono fatti gli uomini, tutti gli uomini, ed è così che è fatta la realtà. Mi spiace, ma non si scappa”.
“In materia di sesso, è mia opinione, gli uomini si trovano presi tra una roccia e un posto morbido, tenero, arrendevole. I meccanismi sessuali dei due sessi non sono compatibili, è questa l’orribile verità. Uno è un’utilitaria, adatta per lo shopping, i giri brevi in città, ed estremamente facile da parcheggiare; l’altro è una station wagon, creata per lunghe distanze e carichi pesanti, più grande, più complessa, e di manutenzione più difficile. Non comprereste una Fiat Panda per trasportare mobili d’antiquariato da Bristol a Norwich e non comprereste una Volvo per nessun’altra ragione. Non è che una sia migliore dell’altra. Sono diverse, tutto qui. È una verità che di questi tempi non osiamo ammettere, perché l’uniformità è la nostra religione e gli eretici non sono meglio accetti di quanto lo siano mai stati, però io la ammetterò, perché ho sempre pensato che l’umiltà davanti ai dati di fatto sia l’unica cosa capace di tenere assieme un uomo razionale. Sii umile di fronte ai fatti e fiero di fronte alle opinioni, ha detto George Bernard Shaw. In realtà non lo ha detto. Volevo solo dare l’appoggio di un’autorità a questa mia osservazione perché so che non vi piacerà. Se un uomo si arrende all’orgasmo, bene, okay, è tutto lì. Un momento. Uno spasmo. Un evento senza durata. Se invece si trattiene, cercando di ricordare tutti i nomi possibili del catalogo di vernici Dulux, o qualunque sia il suo metodo ritardante, viene accusato di essere freddamente tecnico. In un caso o nell’altro, se sei un maschio eterosessuale emergere da un incontro erotico moderno acquistando un certo credito è impresa diabolicamente ardua. Sì, certo, il credito non è il succo dell’esercizio. D’altro canto, è facile dirlo quando ne hai. Credito. E al giorno d’oggi i maschi non ne ottengono. Nell’arena sessuale, gli uomini sono giudicati in base agli standard femminili. Puoi sibilare e mugugnare e inspirare profondamente quanto vuoi, ma è così. (Sì, certo, gli uomini giudicano le donne in altre sfere, le trattano con condiscendenza, le tiranneggiano, le escludono, le opprimono, le gettano nella disperazione; però, quanto a ginnastica erotica, le regole sono state dettate dalle donne. È la Fiat Panda che deve tentare di essere come la Volvo, non viceversa.) Non sentirete mai uomini criticare una donna perché impiega quindici minuti a raggiungere l’orgasmo; e se ne sentite uno, non sottintende accuse di incapacità, o arroganza, o egoismo. Di solito, gli uomini abbassano la testa e dicono sì, il suo corpo funziona così, è di questo che lei ha bisogno, e io non sono riuscito a darglielo. Sono una merda e andrò via subito, appena trovo l’altro calzino. Il che, a essere onesti, è ingiusto, ai limiti del ridicolo. Come sarebbe ingiusto definire “automobile di merda” una Fiat Panda solo perché non riesci a far entrare un intero guardaroba dietro i sedili anteriori. Può essere una merda per tante altre ragioni (si rompe spesso, consuma un casino d’olio, oppure è color verde lime con la parola “turbo” pateticamente scritta sul lunotto posteriore), però non è una merda per colpa dell’unica caratteristica per la quale è stata volutamente progettata: essere piccola. E nemmeno la Volvo è un’auto di merda perché non sguscia sotto le sbarre alle uscite dei parcheggi e non vi permette di andarvene senza pagare. Bruciatemi su un mucchio di fascine, se volete, ma le due macchine sono semplicemente diverse, e questo è quanto. Progettate per fare cose diverse, a velocità diverse, su differenti tipi di strade. Sono diverse. Non sono uguali. Differiscono. Ecco, l’ho detto. E non mi sento per niente meglio.”
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