7 Maggio 1974
Mario Sossi invia due messaggi, uno alla moglie e uno alla stampa.
Sossi, informato sul’andamento della vicenda dagli articoli di giornale che i brigatisti gli passano ogni giorno, si è ormai reso conto del rischio che corre e non ha dubbi sul fatto che il potere abbia poche o nessuna intenzione di «fare il possibile» per salvargli la vita. Chiede allora di inviare due messaggi, alla moglie e alla stampa.
Il «postino» delle Brigate Rosse li infila nella cassetta delle lettere di un condominio in Via Galata, nei pressi della stazione Brignole.
Cara Grazia, stai salda, curati, cura anche le bambine e pensa anche a mia mamma. Prosegui la tua sacrosanta lotta. Da tempo avrei dovuto seguire le tue esortazioni! Abbi fede. Prega per tutti quelli che soffrono. Io sto bene. Tanti baci. Abbraccia forte le bambine e la mamma. Mario
E alla stampa:
Sostenete mia moglie nella sua giusta lotta. Lo stato che mi ha lasciato privo di tutela, esponendomi a gravi rischi per un lungo periodo, ha ora il dovere morale di tutelare me e con me i miei cari, riparando così almeno in parte alle proprie gravi omissioni. La legge prevede la possibilità di attenuare, oggi per ieri, tale doverosa tutela. La legge impone che un reato non venga portato ad ulteriori conseguenze. Non intendo pagare per altrui errori. Lo stato, che ho sempre servito, ora, tutelando me, tutela se stesso e adempie ad un preciso obbligo giuridico e morale. Mario Sossi.
A Palazzo Ducale c’è un’assemblea di magistrati: in più di cento discutono la posizione da assumere. La procura generale comunque è sorda ad ogni suggerimento e conferma la propria intransigenza.
Testi
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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