La festa della donna: The Day After
Buongiorno, donne.
Ripigliate dalla nottata di bagordi ad alcool e spogliarelli maschili?
Quanto è stato difficile andare a lavoro, stamattina?
Proprio a voi, vorrei parlare. Non a tutte le donne, ma a voi, che in questa giornata vi scatenate, vi inalberate con chi non vi fa gli auguri, chi non vi regala la mimosa e passate la serata a cena con le amiche e poi ad uno strip-tease maschile, come una festa di addio al nubilato annuale.
A voi vorrei parlare.
Che diventate “femministe” per una sera, vi inebriate di vapori di vino e di birra e di sesso, rivendicate una strage in una fabbrica di 103 anni fa di cui non sapete nulla e bruciate i reggiseni della vostra quotidianità…
Io sono contrario a questa festa. Per me non ha senso che una mimosa il 7 Marzo costi tot, l’8 costi quattro volte tanto e il 9 torni al prezzo originario.
Non mi va nemmeno la giustificazione: se al posto delle 129 donne ci fossero stati 129 operai maschi ci sarebbe stato meno da indignarsi? Doveva essere la festa degli operai, non la festa delle donne.
Festeggiate, mentre il resto del tempo qualche donna si vende per migliaia di euro al Re d’Italia, mentre qualche marito vi picchia senza alcun motivo, mentre qualche allupato vi violenta per strada alla prima occasione propizia. Non c’è proprio nulla da festeggiare.
Gli operai muoiono ancora sul lavoro, sia maschi che femmine. Alcune donne sono ancora sottomesse ad alcuni uomini, ed è questo che mi rende più triste, a me che considero le donne un tempio, dee da adorare, perchè come Fedor sarà la vostra bellezza a salvare il mondo.
Correte, andate anche l’anno prossimo a vedere gli omini spogliarsi. Così per gli altri 364 giorni dell’anno sarà questo sistema del cazzo a spogliare voi.
Leave a reply
Devi essere connesso per inviare un commento.