4 Gennaio 1981
Le Brigate Rosse diffondo il comunicato n°8 sul sequestro D’Urso.
«L’interrogatorio del boia D’Urso è giunto a conclusione e ha confermato in pieno il suo ruolo infame di massacratore di proletari», scrivono i terroristi. «Questo “tecnico” chiamato a Roma e istruito dai maiali del ministero di Grazia e giustizia ha saputo svolgere fino in fondo la parte che la borghesia imperialista gli ha affidato… D’Urso è stato il più vile e feroce dei servi della banda imperialista al governo!».
Scontata la “sentenza”: «Per noi e per il movimento rivoluzionario il processo D’Urso si chiude qui. Di fronte alla morte fisica e politica di centinaia di proletari prigionieri che D’Urso ha cinicamente perseguitato in questi anni, e alla piena consapevolezza che aveva del suo ruolo, la sentenza non può che essere di condanna a morte».
Ma in chiusura di comunicato, ecco il colpo di scena: «La condanna a morte di D’Urso è sicuramente giusta, ma l’opportunità di eseguirla o di sospenderla deve essere valutata politicamente…». In sostanza, il ricatto brigatista è il seguente: in cambio della vita di D’Urso, i comunicati dei “Comitati di lotta” di Trani e Palmi dovranno essere pubblicati integralmente «sui maggiori quotidiani italiani, così come avevano chiesto i proletari di Trani in lotta».
Testi
Leave a reply
Devi essere connesso per inviare un commento.