8 Ottobre 1975
Le Brigate Rosse rapinano una banca a Genova.
Sono le 9:15 a Genova. Giorno di paga per i dipendenti dell’ospedale San Martino. Due giovani, armi in pugno, irrompono nell’agenzia della Cassa di Risparmio presso l’ospedale San Martino; un altro si ferma sulla porta, un quarto rimane nel cortile accanto alle due moto con cui sono giunti. «Siamo delle Brigate Rosse, vogliamo i soldi dei medici per finanziare la rivoluzione», gridano gli sconosciuti ai tre impiegati e ai medici presenti. Con un balzo il brigatista salta il bancone, da tre cassette metalliche appoggiate sul tavolo arraffa le buste paga. Poi i tre se ne vanno. Prima di raggiungere l’uscita, però, il gruppo è bloccato da alcune guardie giurate. Breve collutazione, quindi, per aprirsi la strada, i giovani sparano un colpo. Ormai hanno raggiunto il cortile, ma una delle moto non parte. Addosso ai brigatisti arrivano l’appuntato dei carabinieri Arnaldo Papacchioli e le guardie giurate, altri carabinieri accorrono dalla vicina sede della legione. C’è uno scambio di colpi, rivoltelle e mitra. Dopo alcuni minuti gli sconosciuti riescono a sganciarsi: due fuggono su una 126 pochi minuti prima lasciata aperta, e con le chiavi nel cruscotto, da una donna; altri due si allontanano a piedi, in direzione di Molassana. Nel luogo dove sostava l’auto i carabinieri trovano tracce di sangue, un brigatista, forse, è ferito. A terra sono rimasti anche un paio di occhiali da vista. L’indomani le bierre rivendicano l’esproprio con un comunicato nel quale sostengono di aver voluto soltanto i soldi dei medici, classe privilegiata.
Moretti capeggia il commando BR che rapina la filiale della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia all’interno dell’ospedale San Martino: bottino, oltre 118 milioni di lire.
Dirà il brigatista genovese Carlo Bozzo:
«Moretti si era venuto conquistando, con operazioni del genere, una grossa fama di tecnico efficiente, particolarmente specializzato in rapine e fatti del genere»
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