Opus Pistorum
Opus Pistorum è un romanzo di Henry Miller pubblicato nel 1983 in Italia da Feltrinelli.
Il titolo dell’opera è ambivalente: tradotto dal latino significherebbe “Opera di Miller” (Pistus è il mugnaio, esattamente come Miller in inglese), ma la traduzione migliore sarebbe “opera di chi pesta come in un mortaio”, con evidente allusione al rapporto sessuale.
Commissionate dal libraio Milton Luboviski di Los Angeles (che poi diventerà grande amico di Miller) che aveva bisogno di materiale da girare ai registi pornografici di Hollywood negli anni ’40, vennero pagate 1 dollaro a pagina visto il grande bisogno di denaro dell’autore, e dovevano essere un suseguirsi di rapporti sessuali sempre più strani e imprevedibili.
E non sono nient’altro che questo, in effetti: incesti, orge, voyeur, in un susseguirsi sempre più strano e delirante fino ad arrivare alla fine, dove un marito offre al protagonista Alf di fare sesso con la moglie e la figlia di fronte a lui.
Scritto nel 1941 e battuto a macchina dal libraio in 4 copie, vedrà la pubblicazione solo postuma nel 1983.
Citazioni da “Opus Pistorum”
“Chi t’ha scopato fino a poco fa? Importa forse, e te ne ricordi ancora? Son passati sul tuo corpo e sono andati a congiungersi con altri battaglioni e reggimenti che già avevano marciato su di te. Ma io resterò, non mi dileguerò tanto facilmente”.
“Gran bella cosa, una troia che ride mentre la fotti”
“In certi momenti non riesco a pensare a nulla di meglio; avere un culo grasso per le mani, una fica in cui ficcare il naso, e una troia arrapata che cerca di sradicarti il cazzo con la lingua. E’ quanto di meglio può chiedere un uomo a questo mondo o in qualsiasi altro”
“Viviamo in una terra di fantasmi. Il mondo è mezzo morto prima di nascere. La gente sta a cavalcioni della sua vita con un piede nella fossa e l’altro ancora infilato nell’utero… Gli esseri umani non crescono mai e sono vecchi fin dal primo secondo in cui emettono il primo vagito di protesta allorché si trovano allo scoperto e da soli”
“Io non cerco più di capirle, le donne. Le chiavo e basta. Si risparmia un bel pò di fatica, così. Una donna a scoparla ci impieghi una ventina di minuti. Ma non ti basterebbe una vita per rispondere a tutte le domande che ti poni in quei venti minuti”
“Io mi guardo allo specchio. Resto la ad ammirarmi il cazzo rizzo per un paio di minuti. Un uomo dovrebbe farsi fotografare quand’è in erezione così, col batacchio da battaglia. E mostrare la foto al principale, quando va a chiedere un aumento di stipendio. E poi, anche, per farla vedere ai nipotini, da vecchio”
“Perdio, chi manca ad un appuntamento dovrebbe essere messo in prigione. E’ come rubarti dei soldi. E’ peggio che rubarti dei soldi. Ti fan perdere tempo, sciupare la vita. Un’ora qua… Quindici minuti la… Dopo un pò, se fai la somma, sono anni…”
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