Recensione di Non lasciare la mia mano di Michel Bussi
Non lasciare la mia mano è un romanzo di Michel Bussi pubblicato da Edizioni E/O nel 2017.
Non lasciare la mia mano era stato pubblicato in Francia nel 2013 per poi venire riproposto in Italia nel 2017 dopo il buon successo di vendite di Ninfee Nere e Tempo Assassino.
Ambientato nell’Isola di Reunion, uno dei pochi possedimenti extra-territoriali rimasto dalla Francia coloniale, questo romanzo ha la grande forza di trasportarci in questo paradiso tropicale, con descrizioni e passaggi che descrivono sia la geografia dell’isola (piante, insetti, spiagge, oceano), che la particolare sociologia: a Reunion vengono mescolate etnie in un complesso equilibrio fatto di odi, collaborazioni, affari ed emarginazione.
All’interno di questa splendida cornice un turista, Martial Bellion, è accusato dell’omicidio della moglie, di cui però non si trova il corpo… E non si trova nemmeno Martial Bellion, in fuga con la figlia per tutta l’isola.
Come al solito Michel Bussi costruisce un ottima trama (anche se meno complessa di altri suoi lavori), ottime descrizioni e un ottimo ritmo.
Manca forse quella genialità a cui ci ha abituato in altri lavori (Ninfee Nere su tutti), quella costruzione della trama che ci permette di arrivare fino alla fine senza aver capito assolutamente nulla degli sviluppi successivi. Qui invece qualcosa si intuisce, c’è questa sensazione di “già lo sapevo”.
Non lasciare la mia mano resta però un ottimo romanzo: ottime descrizioni, buoni i personaggi e buona trama. Il romanzo si divora in un attimo grazie al ritmo incalzante e alla leggerezza della scrittura di Bussi.