L’Expo a Milano e la Milano NoExpo
In questi giorni non si sente parlare di altro. Della manifestazione NoExpo del 1° Maggio. Di come Milano è stata messa a ferro e fuoco dai Black Block (o Black Bloc). Sui Social Network indignazione diffusa, come se le macchine bruciate fossero le loro. Sulle televisioni le immagini di fumo (di fuoco e fumogeni) e di vetri infranti, di ragazzi ammantati di nero additati un po’ come terroristi e un po’ come poveri coglioni figli di papà. Non si parla dei perché, del percorso, di quello che ci sta dietro. E’ il modo migliore per distruggere le motivazioni di un movimento. Per non discuterne. Per condannare a prescindere.
I giorni antecedenti all’apertura di Expo Milano mi ricordavano in maniera preoccupante Genova al G8 del 2001. La stampa che crea allarmismo e tensione. Che crea il mostro ad arte prima che la manifestazione sia effettivamente cominciata. La polizia che si schiera in tenuta antisommossa. Sembrava una morte annunciata, il nuovo Carlo Giuliani era in dirittura d’arrivo, solo che ancora non aveva un nome e un volto.
Fortunatamente la polizia, le forze del disordine, non hanno caricato a cazzo come a Genova. E la gente invece di rallegrarsi incita il governo ad adottare misure più severe verso i dissidenti. Uccideteli, bruciateli. Come se macchine e le vetrine delle banche fossero più importanti di una vita. O anche solo di qualche osso rotto. Infatti hanno già smesso. Due giorni dopo al Parco della Montagnola di Bologna chi voleva contestare Renzi le manganellate se le è prese.
I black bloc non esistono. Esistevano forse in Germania quando protestavano contro l’energia nucleare. E’ una definizione senza senso come “anarco-insurrezionalista”. Sono etichette che non vogliono dire un cazzo.
E voi, indignati da salotto, mi fate incazzare come una bestia. Le uniche persone autorizzate ad essere incazzate sono quelle che nel percorso “NoExpo” volevano intraprendere una strada diversa, e diversi modi di dissenso. Voi, che passate la vostra vita sui social mentre questo capitalismo portato agli estremi vi fotterà il lavoro, la casa, i figli e la vita, dovete solo stare zitti.
Voi che vi indignate per qualche auto bruciata come se vi avessero rubato in casa o che parlate di devastazione per le vetrine di qualche banca (servi del sistema che vi sta strozzando e uccidendo) dovete stare zitti. Se dite che la politica non vi interessa o che “non ve ne intendete” non dovete parlare di politica. Zitti e muti.
Voi, in silenzio mentre Expo brucia miliardi delle vostre tasse per presentare chicchi di riso e di caffè e le eccellenze della nostra agricoltura su un tavolo di diversi chilometri quadrati di cemento sponsorizzate da McDonald’s e Coca Cola; voi, sfigati da salotto che in piazza non ci siete mai andati ad esprimere un’idea ma chiacchierate soltanto al bar; voi che chiamate delinquenti delle persone che nel giusto o nello sbagliato hanno pensato ad un modo per migliorare il vostro mondo; voi, proprio voi, dovete andare affanculo e stare zitti. Voi, che vi credete assolti: siete lo stesso coinvolti.
Andate a fare le code e pagate Expo per vedere le meraviglie architettoniche di calcestruzzo bagnato di sangue, di lavoratori sottopagati e di arraffoni che avete votato per arricchirsi. Andate, andate.
Quei delinquenti nel loro tempo libero si sbattono per creare un mondo migliore. E non sono solo i Black Bloc. Anche le migliaia di manifestanti non violenti lo fanno. Voi che fate nel vostro tempo libero? Andate sui social a scrivere stronzate, scopate, mangiate, vi sbronzate. Andate all’Expo. Aprite gli occhi. Poi possiamo parlare del fatto che le azioni di Milano siano state politicamente efficaci o meno.
“E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le “verità” della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti”