1 Novembre 1969
Convegno di Chiavari del CPM
Il convegno dura dall’1 al 5 Novembre 1969; partecipano circa settanta persone provenienti da relatà diversissime.
Partecipano Renato Curcio, Margherita Cagol, Giorgio Semeria, Giovanni Mulinaris, Corrado Simioni, Duccio Berio, Giorgio Semeria, Franco Troiano, Arialdo Lintrami, Orietta Tunesi, Renato Ferro, Gaio Di Silvestro, Lucia Martini, Antonio Saporiti, Raffaello De Mori, Roberto Iussi, Mario Angelini, Marco Bazzani, Marisa Lupo, Jean Muggia, Lea Melandri, Luciana Negro, Giuseppe Sartori, Tiziana Maiolo, Mario Casati, Fabrizio Pelli, Angela Minella, Enrico Castellani, Daniela Torresini, Luca Balestri, Gabriella Giuliani, Innocente Salvoni, Franfoise Tuscher, Alberto Nason, Maria Zantonello, Domenico Tavoliere, Italo Saugo, Paolo Strambio De Castiglia, Adriana Redaelli, Francesco Mattioli, Carlo Rizzi.
Il convegno si svolge nella sala Marchesani, adiacente la pensione “Stella Maris“, nel quale un gruppo di partecipanti guidati da Curcio dichiara la propria adesione ad una visione di lotta armata ed il successivo passaggio alla clandestinità.
La pensione è gestita dalla Curia Arcivescovile, e ufficialmente il convegno viene organizzato dall’organizzazione cattolica “Gioventù Studentesca”. La sala viene concessa proprio perché richiesta con lettera formale dall’alto funzionario della CISL don Giorgio Battifora.
Per qualcuno è la data di nascita delle BR, anche se molti lo spostano al convegno di Pecorile nell’Agosto del 1970.
L’ipotesi di passare alla lotta armata diviene concreta. Il convegno produce il «Libretto giallo»: un documento di ventotto pagine dal titolo Lotta sociale e organizzazione nella metropoli che traccia le linee di un movimento che «esprime, in forme ancora embrionali e parziali (spontanee, appunto), una contraddizione antagonistica con il sistema generale di sfruttamento economico, politico, culturale»: la lotta dell’autonomia proletaria deve dunque diventare sociale, superando le limitate posizioni operaiste e studentiste dei gruppuscoli extraparlamentari.
In un altro passaggio si stigmatizza il “tradimento” del PCI e della sinistra storica, precisando gli obiettivi rivoluzionari del proletariato moderno, e si fa quindi riferimento al modello di guerriglia urbana assunto dai
Tupamaros uruguaiani.
Da “La notte della Repubblica: la nascita delle Brigate Rosse”
Testi
- Sergio Flamigni, La sfinge delle Brigate Rosse. Delitti, segreti e bugie del capo terrorista Mario Moretti.
- Pino Casamassima, Il libro nero delle Brigate Rosse
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