Fight Club
Fight Club è un romanzo di Chuck Palahniuk pubblicato da Mondadori Strade Blu nel 2004.
Ho letto questo libro anni fa perché il film di David Fincher con Brad Pitt ed Edward Norton è un capolavoro.
Ed oltre ad essere avvincente e realizzato benissimo, è completamente folle.
Volevo conoscere chi era il folle ad aver concepito quella storia fuori di testa. Tra simili ci si dovrebbe capire.
Ho conosciuto Chuck Palahniuk. E mi sono innamorato.
Il protagonista di questa storia (che non ha un nome, e questo è di per sé significativo) è impiegato in una società assicurativa, e comincia a soffrire d’insonnia.
Realizza di essere insoddisfatto della sua vita, di una vita confezionata ad arte dalla società capitalistica, e vorrebbe fare qualcosa per cambiarla.
Conosce Tyler Durden su una spiaggia di nudisti, mentre costruisce con dei pezzi di legno l’ombra di una mano.
Scopre di vivere nella stessa città.
Quando il suo appartamento confezionato con i mobili preconfezionati tipo Ikea esplode, il protagonista chiama Tyler.
Cambierà la sua vita, anche più di quanto vorrebbe.
Citazioni da Fight Club
“Io lo so perché lo sa Tyler”
“Facile piangere quando ti rendi conto che tutte le persone che ami o ti respingono o vanno all’altro mondo. Dato un lasso di tempo abbastanza lungo, per tutti la percentuale di sopravvivenza precipita a zero”
“E’ così che va con l’insonnia. Tutto è così lontano, una copia di una copia di una copia. L’insonnia ti distanzia da ogni cosa, tu non puoi toccare niente e niente può toccare te”
“Questa era libertà. Perdere ogni speranza era la libertà”
“Un momento era il massimo che ci si poteva aspettare dalla perfezione”
“Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri il divano, poi per un paio d’anni se soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto. Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te”
“Forse l’automiglioramento non è la risposta. […] Forse la risposta è l’autodistruzione”
“Sono un ragazzo trentenne e mi domando se un’altra donna è davvero la risposta che mi occorre”
“Sai, la scarpetta di vetro della nostra generazione è il preservativo. Te la infili quando incontri uno sconosciuto. Balli tutta notte, poi lo butti via. Il preservativo, voglio dire, non lo sconosciuto”
“Quello che ama, dice Marla, sono tutte le cose che la gente adora e poi butta via un giorno o un’ora dopo. Il modo in cui un albero di Natale è il centro dell’attenzione e poi, dopo Natale, vedi tutti quegli alberi di Natale morti con le striscioline di carta stagnola ancora appese, gettati ai bordi della strada. Vedi quegli alberi e pensi a tutti gli animali travolti dagli automobilisti o alle vittime dei maniaci sessuali con le mutande infilate alla rovescia e le braccia legate con nastro adesivo da elettricista”
“Tyler dice che io non sono nemmeno vicino ad aver toccato il fondo. E se non precipito completamente non posso essere salvato. Gesù lo ha fatto con quella sua storia della crocifissione. Io non dovrei limitarmi ad abbandonare i soldi, tutti i miei effetti personali e le mie conoscenze. Questo non è solo un ritiro di fine settimana. Io dovrei separarmi dall’automiglioramento e dovrei lanciarmi a capofitto verso il disastro. Non posso continuare a giocare sul sicuro. Questo non è un seminario.”
“E’ solo dopo che hai perso tutto […] che sei libero di fare qualunque cosa”
“Per questo amo tanto i gruppi di sostegno, se la gente pensa che stai morendo, ti presta tutta la sua attenzione. Se questa può essere l’ultima volta che ti vedono, ti vedono davvero. Tutto il resto finisce fuori dalla finestra, il conto in rosso e le canzoni alla radio e i capelli in disordine. Hai la loro piena attenzione. La gente ti ascolta invece di aspettare il suo turno per parlare. E quando qualcuno ti parla, non ti sta cacciando balle. Quando chiacchierate, costruite qualcosa e dopo siete tutt’e due diversi da prima”
“La filosofia di vita di Marla, mi ha detto, è che lei può morire in qualsiasi momento. La tragedia della sua vita è che non è vero.”
“Non c’è niente di statico. Tutto va a pezzi”
“Il disastro è un aspetto naturale della mia evoluzione […] sulla via verso la tragedia e la dissoluzione. […] Sto sciogliendo i miei legami con il potere fisico e gli oggetti terreni. […] Perché solo distruggendo me stesso posso scoprire il più elevato potere del mio spirito”
“Il liberatore che distrugge la mia proprietà […] sta lottando per salvare il mio spirito. L’insegnante che sgombra tutti i possessi dal mio sentiero mi renderà libero”
“Quando Tyler ha inventato il Progetto Caos, Tyler ha spiegato che lo scopo del Progetto Caos non aveva niente a che fare con il prossimo. A Tyler non importava se qualcun altro si faceva male o no. Lo scopo era far prendere coscienza a ciascun partecipante al progetto del potere che ha di controllare la storia. Noi, ciascuno di noi, possiamo assumere il controllo del mondo.”
“Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che non avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell’Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l’ozono. Aprire le valvole dei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comperare e annerire le spiagge della Costa Azzurra che non avrei mai visto. Volevo che il mondo intero toccasse il fondo.
Mentre picchiavo quel ragazzo, in realtà avrei voluto piantare una pallottola tra gli occhi di ogni panda in pericolo che si rifiuta di scopare per salvare la propria specie e ogni balena o delfino che molla tutto e va a spiaggiarsi. Non vederla come estinzione. Prendila come un ridimensionamento. Per migliaia di anni gli esseri umani hanno incasinato e insozzato e smerdato questo pianeta e ora la storia si aspetta che sia io a correre dietro agli altri per ripulirlo. Io devo lavare e schiacciare i miei barattoli. E rendere conto di ogni goccia di olio di motore usato. Tocca a me pagare il conto per le scorie nucleari e i serbatoi di benzina interrati e i residui tossici scaricati nel sottosuolo una generazione prima che io nascessi.”“Uccelli e cervi sono uno stupido lusso e tutti i pesci dovrebbero galleggiare. Volevo dar fuoco al Louvre. Spaccare gli Elgin Marbles a martellate e pulirmi il culo con la Gioconda. Questo è il mio mondo, ora. Questo è il mio mondo, il mio mondo, e quelle persone antiche sono morte”.
“Volevamo liberare il mondo dalla storia.
Facevamo colazione nella casa di Paper Street e Tyler mi ha detto di immaginarmi di piantare ravanelli e patate sul green della quindicesima buca di un campo di golf dimenticato.
Darai la caccia agli alci nelle valli boscose intorno alle rovine del Rockefeller Center e cercherai molluschi intorno allo scheletro dello Space Needle, inclinato di quarantacinque gradi. Dipingeremo sui grattacieli le figure di enormi totem e simulacri di divinità maligne e tutte le sere quel che resta del genere umano si ritirerà negli zoo abbandonati e si chiuderà a chiave nelle gabbie per proteggersi dagli orsi e dai grandi felini e dai lupi che di notte passeggiano e ci guardano dall’altra parte delle sbarre.
“Il riciclaggio e i limiti di velocità sono cazzate” ha detto Tyler. “E’ come uno che smette di scopare quando è sieropositivo.”
Sarà il Progetto Caos a salvare il mondo. Un’era glaciale culturale. Un secolo buio prematuramente indotto. Il Progetto Caos obbligherà l’umanità a entrare in catalessi o in fase di remissione il tempo necessario alla Terra per riprendersi.
“Giustifica tu l’anarchia” dice Tyler. “Risolvila tu.”
Come fa il fight club con impiegati e commessi, il Progetto Caos disarticolerà la civiltà perché si possa fare qualcosa di meglio del mondo.
“Immaginati” ha detto Tyler, “a far la posta all’alce dalle finestre dei grandi magazzini tra file puzzolenti di splendidi abiti da sera e smoking che vanno in malora appesi alle loro grucce, porterai indumenti di pelle che ti dureranno fino all’ultimo dei tuoi giorni e ti arrampicherai per i rami grossi come tronchi del kudzu rampicante che abbraccia la Sears Tower. Come Jack sulla pianta di fagioli, sbucherai dalla volta gocciolante della foresta e l’aria sarà così tersa che vedrai figure minuscole battere il granturco e disporre a essiccare strisce di carne di cervo nella corsia d’emergenza vuota di una superstrada abbandonata che si allunga, larga otto corsie e torrida ad agosto, per mille chilometri.”
Questo era lo scopo del Progetto Caos, ha detto Tyler, la completa e immediata distruzione della civiltà.
Che cosa viene dopo nel Progetto Caos nessuno lo sa salvo Tyler. La seconda regola è che non si fanno domande.”“Basta sapere dove guardare e ci sono scheletri in tutti gli armadi”
“Tu non sei un delicato e irripetibile fiocco di neve. Tu sei la stessa materia organica deperibile di chiunque altro e noi tutti siamo parte dello stesso cumulo in decomposizione. […] La nostra cultura ci ha resi tutti uguali. Nessuno è più veramente bianco o nero o ricco. Tutti vogliamo lo stesso. Individualmente non siamo niente.
Il lettore s’interrompe quando io entro a farmi il sandwich e tutte le scimmie spaziali restano in silenzio come se io fossi solo. Io dico di non badare a me. Già letto. L’ho battuto a macchina io. L’avrà letto probabilmente anche il mio capo. Siamo tutti un gran mucchio di merda, dico.”“Se sei maschio e sei cristiano e vivi in America, tuo padre è il tuo modello di Dio. […] E se non hai mai conosciuto tuo padre, se tuo padre prende il largo o muore o non è mai a casa, che idea ti fai di Dio?”
“Quello che devi considerare è la possibilità che a Dio tu non sia simpatico. Potrebbe essere che Dio ti odi. Non è la cosa peggiore che può capitare.”
“Il modo in cui la vedeva Tyler era che attirare l’attenzione di Dio per essere stati cattivi era meglio di non ottenere attenzione per niente. Forse perché l’odio di Dio è meglio della sua indifferenza”
“Se tu potessi essere o il peggior nemico di Dio o niente di niente, che cosa sceglieresti? Noi siamo i figli di mezzo di Dio, secondo Tyler Durden, senza un posto speciale nella storia e senza speciale attenzione. Se non otteniamo l’attenzione di Dio non abbiamo speranza di dannazione o redenzione.
Che cos’è peggio, l’inferno o niente?
Solo se veniamo presi e puniti possiamo essere salvati.
“Brucia il Louvre” dice il meccanico, “e pulisciti il culo con la Gioconda. Almeno così Dio saprà come ci chiamiamo.”
Più in basso cadi, più in alto volerai. Più lontano corri, più Dio ti vuole indietro.
“Se il figliol prodigo non avesse mai lasciato casa sua” dice il meccanico, “il vitello grasso sarebbe ancora vivo.”
Non è abbastanza essere conteggiato con i granelli di sabbia sulla spiaggia e le stelle in cielo.”“Tu non sei i soldi che hai in banca. Non sei il tuo lavoro. Non sei la tua famiglia e non sei quello che dici di essere a te stesso. […] Tu non sei il tuo nome. Non sei i tuoi problemi.”
“Vedo gli uomini più forti e intelligenti che siano mai vissuti […] e questi uomini sono alle pompe di benzina e a servire ai tavoli. […] Se potessimo mettere questi uomini in campi di addestramento e finire di educarli. Una pistola non fa altro che focalizzare un’esplosione in una sola direzione. Avresti una classe di uomini e donne giovani e forti, tutta gente desiderosa di dare la vita per qualcosa. La pubblicità ha spinto questa gente ad affannarsi per automobili e vestiti di cui non hanno bisogno. Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno. Noi non abbiamo una grande guerra nella nostra generazione, o una grande depressione, e invece sì, abbiamo una grande guerra dello spirito. Abbiamo una grande rivoluzione contro la cultura. La grande depressione è quella delle nostre vite. Abbiamo una depressione spirituale. Dobbiamo mostrare la libertà a questi uomini e a queste donne rendendoli schiavi e mostrare loro il coraggio spaventandoli. Napoleone si vantava di poter addestrare uomini a sacrificare la vita per un nastrino. Pensa a quando proclamiamo uno sciopero e tutti si rifiutano di lavorare fino a quando non abbiamo ridistribuito le ricchezze del mondo. Pensa ad andare a caccia di alci nelle valli boscose intorno alle macerie del Rockefeller Center.”
“Le persone che stai cercando di calpestare, sono quelle le persone da cui dipendi tu. Noi siamo le persone che laviamo i tuoi vestiti e cuciniamo i tuoi pasti e te li serviamo a tavola. Noi ti facciamo il letto. Noi ti proteggiamo mentre dormi. Noi guidiamo le ambulanze. Noi smistiamo le tue telefonate. Noi siamo cuochi e tassisti e sappiamo tutto di te. Noi esaminiamo le tue richieste di indennizzo alle compagnie d’assicurazione e gli addebiti sulla tua carta di credito. Noi controlliamo ogni spicchio della tua vita. Noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma non andrà così.”
“Perché ho provocato tanto dolore?
Non mi sono reso conto che ciascuno di noi è un sacro, irripetibile fiocco di neve di speciale irripetibile specialità?
Non vedo come siamo tutti manifestazioni di amore?
Io guardo Dio alla sua scrivania che prende appunti su un bloc-notes, ma Dio non ha capito un bel niente.
Noi non siamo speciali.
Non siamo nemmeno merda o immondizia.
Noi siamo.
Noi siamo soltanto e quello che succede succede soltanto”
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[…] è che stiamo parlando di Palahniuk. Quell’uomo strano e vagamente inquietante che ha scritto Fight Club, Soffocare, Diary, Gang Bang… Non di uno qualunque. E quando si parla di lui non esiste il […]
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