17 Dicembre 1973 (?)
Giovanna Legoratto e il marito Antonio Savino vengono arrestati alla FIAT Mirafiori.
Alle 22:20 di Lunedì sera due ombre vengono scorte dai guardiani della FIAT Mirafiori; i due secondo i sorveglianti hanno scritto uno slogan sul muro di cinta, vicino al cancello 10.
Vengono portati in questura e identificati: sono Giovanna Legoratto e Antonio Savino. Li interroga il sostituto procuratore Bruno Caccia. Non rispondono alle domande e negano di essere stati loro a fare la scritta sul muro di cinta della FIAT, nonostante nella borsa di Giovanna Legoratto venga trovata una bomboletta spray.
Si rifiutano di dire anche il loro indirizzo, che confermeranno soltanto intorno alle 5 di mattina.
Al loro domicilio la polizia trova molti documenti: appunti di natura politica, documentazioni concernenti posti di polizia, capi-reparto della FIAT, automobili in uso a fascisti, un esemplare del ciclostilato del 13/12/1973 sul sequestro Amerio.
Nonostante tutto i due ottengono la libertà provvisoria due giorni dopo, al termine di un nuovo interrogatorio.
Antonio Savino, al termine degli interrogatori, accusa la polizia di aver tentato di corromperlo:
Più volte mi hanno mostrato del denaro, biglietti da centomila, legati in mazzette, e due passaporti in bianco. «Quanto vuoi?» mi hanno chiesto «per aiutarci? Dieci, venti milioni? Fai il prezzo, tanto il denaro non manca. Con questi potete andare all’estero come ha fatto qualcun’altro. Basta che ci diciate i nomi dei rapitori.
Testi
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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