24 Gennaio 1976
A San Vittore alcuni uomini cercando di accoltellare Pasqualino Sirianni, Sergio Spazzali, Pietro Morlacchi e Giovanni Battista Miagostovich.
Braccio Uno, cella 311. Uomini mascherati e armati di pugnale hanno fatto irruzione nella cella, cercato di accoltellare quattro detenuti: ne hanno ferito uno in modo serio, altri due leggermente e l’ultimo se l’è cavata per caso. Si avanzano due ipotesi: o delitto su commissione o vendetta della mafia disturbata nei suoi traffici all’interno della prigione dai detenuti politici. Tutto appare incerto. Tutto, tranne che le armi non hanno colpito a caso. Nella cella al primo piano ci sono Pasqualino Sirianni, di Lotta Comunista; l’avvocato Sergio Spazzali, che col fratello Giuliano ha sostenuto, attraverso l’organizzazione “Soccorso Rosso” la difesa di numerosi detenuti politici, arrestato nel Novembre precedente per l’oscura chiamata di correo di un anarchico svizzero, Daniel Von Arb; quindi Pietro Morlacchi e Giovanni Battista Miagostovich: è il più grave dei feriti, gli incappucciati gli hanno vibrato colpi al ventre, al fianco e al braccio; all’ospedale San Carlo, lo stesso dove anni prima aveva lavorato come infermiere, lo sottopongono a laparotomia. Morlacchi e Sirianni si sono difesi disperatamente, scagliando contro gli aggressori tutto quanto capitava sotto mano, le lame li hanno raggiunti di striscio; Spazzali, al contrario, stava tornando dalla doccia quando è avvenuta l’irruzione. Viene fatta un’inchiesta: prima due, poi sei, infine anche una guardia carceraria, il brigadiere Antonio Giannini, vengono indicati dal sostituto procuratore Luigi De Liguori come i responsabili. Il mandante sarebbe Francesco Guzzardi, in carcere perché coinvolto nei sequestri degli industriali Pietro Torielli, di Vigevano, e Luigi Rossi di Montelera, di Torino.
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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