23 Gennaio 1974
A Milano il capo del personale della Pirelli Bicocca Antonio Busti viene aggredito.
Sono le 7 passate da pochi minuti. Antonio Busti, 51 anni, esce dal portone di casa in via Ciceri Visconti 16. Ha compiuto pochi passi quando è circondato da alcune ombre, pestato e lasciato sanguinante sul marciapiede.
Al policlinico lo giudicano guaribile in 2 settimane.
Il movente politico dell’aggressione viene indicato «assai probabile», si pensa alle Brigate Rosse, e l’indomani la polizia trova a Niguarda un biglietto anonimo scritto a mano con grafia «palesamente artefatta»:
Mercoledì 23 alle ore 7, il ragionier Busti, mentre usciva dalla sua abitazione, è stato duramente punito.
Il comunicato accenna poi a un episodio rimasto fino ad allora sconosciuto:
L’azione di Mercoledì 23 è il proseguimento diretto, con altri mezzi, della stessa volontà di lotta. Come già il suo collega, ingegner Baldi dell’Alfa Romeo un anno fa, anche il ragionier Busti ha oggi un motivo in più per meditare su quanto sia pericoloso mettersi contro gli operai in lotta.
Ufficialmente nessun ingegner Baldi dell’Alfa è stato percosso, dicono gli inquirenti: vittime di aggressioni, in passato, sono stati il capo del personale, dott. Carboncino Betti, il dirigente della sezione montaggio e abbigliamento di Arese, cavalier Marcello Brani e, nel giugno precedente, Michele Mincuzzi.
Testi
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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