Il copione
Solo davanti allo schermo di un computer. Pazzo come pochi (qual’è il confine tra l’intelligenza e l’ignoranza e tra la sanità mentale e la pazzia?), forse illuminato da tutto ciò. Degente di un manicomio libero di esprimersi. Solo a qualcosa che non capisce nulla e che non può incazzarsi con me, naturalmente. Dov’è il mio passato? Chi è stato a rubarmelo? Fuori il colpevole!!! No, il poeta nascosto nelle profondità della mia mente l’ha preso e l’ha distrutto, credendo di salvarmi… In realtà mi ha ucciso. Ora lo cercherò fino alla fine dei miei giorni, solo perchè non ricordo che anche quello che mi è già successo non era poi così meraviglioso… Ah ah ah! (Risate di un pazzo, tipo Jack Nicholson in Shining). Si chiude il sipario. Mentre gli spettatori defluiscono verso l’uscita, l’attore si taglia la gola perchè ha capito di essere una farsa. Altro scroscio di applausi. Anche questo era nel copione Ma l’attore è morto realmente, e il pubblico non lo sa. Buona la prima!
Il matto
Francesco Guccini
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