Il comunismo è morto
A qualcuno forse può venire il dubbio. Giusto per chiarire. Io non sono comunista. Non lo sono più. Il comunismo non esiste più. E’ morto e sepolto. In Italia poi è meglio non parlarne. Bertinotti è il comunismo italiano?!?!… Ma ci rendiamo conto? La Cina, la Russia… Andate. Si, è vero, c’ero in quelle manifestazioni da migliaia di persone con le bandiere rosse con la falce e il martello. C’ero anche al G8 a Genova. Credevo in quella che sarebbe stata una rivoluzione culturale, sociale e politica che avrebbe cambiato veramente le cose. Ero un operaio, credevo nella lotta di classe e nel materialismo dialettico. Adesso sono cresciuto, forse mi sono svegliato da quello che era un sogno, una convinzione di una convinzione. Ero comunista perchè le brave persone erano più vicine al comunismo, e quelle cattive molto vicine al fascismo. Ero comunista perchè mio padre è passato vicino alla colonna in Piazza Loggia a Brescia qualche attimo prima che esplodesse la bomba. Ora non lo sono più. Il comunismo è morto, chi li usa più la falce e il martello?!?!? Ma una sera, in macchina, con un amico… Ascoltare Gaber che diceva le cose che pensavo… In macchina a piangere come due bambini, invece che a riderne da ventenni disillusi…
“Qualcuno era comunista perchè aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perchè era disposto a cambiare ogni giorno, perchè sentiva la necessità di una morale diversa, perchè forse era solo una forza un volo un sogno era solo uno slancio un desiderio di cambiare le cose… Di cambiare la vita…”
Qualcuno era comunista
Giorgio Gaber