40 anni dopo la bomba di Piazza Loggia
40 anni dopo. 40 anni di silenzio, di processi che non hanno portato a nulla. 40 anni di beffe. I cittadini di Brescia sono stati presi in giro per 40 anni dallo Stato Italiano, lungo le tre istruttorie dei tre gradi di giudizio che ci hanno portato a non avere di fatto un colpevole.
Le uniche certezze, in questo momento, sono le vittime. 8 morti e 102 feriti. Per cosa sono morte? Sono morte per sfortuna? O solo perché erano antifasciste?
Le altre certezze sono che lo Stato Italiano sapeva. Qualche esponente del SISMI sapeva cosa stava per succedere. Cosa si può dire di uno Stato che permette di mettere una bomba in una piazza gremita dei cittadini che dovrebbe tutelare? Cosa si può dire di uno stato che non solo non riesce a trovare e punire i colpevoli ma che in alcuni casi utilizza risorse per coprire e insabbiare?
Lo Stato Italiano: colpevole.
E 40 anni dopo continua ad esserlo. Non è più l’ideologia fascista, non solo: ora sono i soldi a governare le prossime stragi di stato. I soldi e gli interessi di una classe dirigente che guarda solo a se stessa, miope e strabica.
Come in Val Susa. Come con gli F35. Come il MUOS. Come a Brescia, ancora una volta, violentando il nostro territorio per interesse con un l’alta velocità di un treno inutile e tremendamente dannoso.
Abbattendo case, dissotterrando cimiteri di amianto e rifiuti pericolosi, insabbiando chissà quante altre bombe ecologiche pronte ad esplodere.
Uno Stato che ci priva del Diritto alla Casa giustificandosi con una crisi economica che ha contribuito a creare. Uno Stato che protegge solo una parte dei suoi cittadini, cittadini che si arricchiscono senza il minimo scrupolo. Insabbia, copre. Esattamente come i fascisti coinvolti nella strage.
40 anni dopo la bomba di Piazza Loggia forse è il momento di pensare a un grande valore che ci ha lasciato l’antifascismo: la Resistenza. La resistenza ad uno Stato colpevole, in difesa dei nostri diritti, della nostra salute. Del nostro futuro. Per non trovarsi tra altri 40 anni a celebrare e ricordare l’ennesima silenziosa strage di Stato.
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