La mia generazione non gioca
La mia generazione non ha perso, non vuole nemmeno partecipare.
Forse e’ vero, la mia generazione e’ molle, vigliacca, annoiata, egoista, triste.
Spesso do colpa ai nostri padri, quelli che hanno vissuto quello strano e splendido periodo che viene spesso chiamato “Sessantotto”; ma non possiamo dire che la loro sconfitta, la sconfitta della generazione che ha perso, e’ determinante per la nostra mancanza di futuro.
Perché quelli non hanno perso, si sono venduti, hanno venduto la partita, hanno venduto l’anima al diavolo che veste prada.
Quelli che predicavano la lotta armata per costruire un mondo migliore adesso conducono i telegiornali di regime, nei loro approfondimenti approfondiscono il nulla, ci deridono, chiamando Radio Londra il sostegno al nuovo piccolo duce.
Ci chiamano mammoni, trentenni ancora coi genitori, loro che dirigono le banche che ci impiccano con mutui impossibili da onorare per la nostra generazione di lavoro precario e a progetto.
Dicono che mettiamo in crisi la famiglia, sposandoci e divorziando, convivendo, come se fosse facile credere nell’amore quando ci pompano gli ormoni con soft porno filo diffuso alle 4 del pomeriggio, come se fosse un vanto il loro background, loro che non si spostavano, non comunicavano, che avevano poche possibilità di scelta. Loro che sposavano la ragazza conosciuta alle medie, che era l’unica alternativa. Loro che adesso che hanno la minima possibilità di scelta la sfruttano e fottono ragazze che potrebbero essere le loro nipoti solo perchè hanno il potere di farlo.
Noi siamo il villaggio globale, noi possiamo conoscerci tutti, noi non possiamo scegliere perché abbiamo troppa scelta e nessuna possibilità di sbagliare. Perché un divorzio economicamente ti mangia la vita, e la nostra economia domestica e’ già un passeggiare sospesi sulla fune del crack finanziario.
Loro ci accusano di essere senza ideali, loro che fanno a gara per sputtanarci, loro che ne hanno solo uno: il denaro corrisposto per essere servi del potere. Per loro non abbiamo impegno politico, non facciamo volontariato, non abbiamo interessi.
Quanto vi sbagliate, fratelli.
Non abbiamo sbocchi perchè Voi avete perso il grande cambiamento, ve lo siete giocato puntando tutto quello che avevate. Les jeux sont faits, rien ne va plus.
Siete rimasti con un pugno di mosche, avete venduto anche il culo pur di non passare il resto della vita a rimpiangere la caduta di Atlantide.
E a noi cos’è rimasto?
Gli aperitivi, le discoteche, le droghe, il sesso libero. Ecco cos’è rimasto della Rivolta. Solo i contorni.
Sono questi i nostri ideali.
Bere 10 aperitivi a stomaco vuoto e schiantarci in auto tornando un sabato sera.
Drogarci fino allo sfinimento, scoparsi la prima che ci capita credendola la donna della nostra vita solo perchè i nostri occhi indossano gli occhiali di sostanze psicotrope. Mettere al mondo un figlio, odiarlo perchè ci ha rovinato la vita.
Si, Giorgio. La tua generazione ha perso. La mia non vuole nemmeno cominciare a giocare. Preferisce stare sugli spalti a guardare, oppure andare all’estero, in campionati in cui li pagano di più, li apprezzano di più.
La mia generazione se ne andrà, resterete voi vecchietti con le vostre puttane e i migranti dei barconi, che tratterete come schiavi finchè non si rivolteranno e conquisteranno il potere. Ecco la vostra italia di Domani.
Forse siamo una razza estinta, non in estinzione. E’ che ancora non ce ne rendiamo conto…
Leave a reply
Devi essere connesso per inviare un commento.