23 Aprile 1971
Le Brigate Rosse incendiano due auto a Milano.
Viene distrutta la 500 di Bianca Comaggio, usata dal figlio Franco Mojana, esponente della Giovane Italia.
Viene distrutta anche la Simca 1000 di Paolo Romeo.
Dopo poche ore viene diffuso il Comunicato n°2, dal titolo “Processo popolare contro tutti i fascisti”:
Attentati, bombe, azioni squadristiche, sparatorie contro i compagni… L’aggressiona fascista sta diventando guerra civile. Sono i padroni che l’hanno promossa, sono gli imperialisti che l’hanno sollecitata, è lo Stato che con la sua polizia e la sua magistratura che la sostiene. Ancora una volta dobbiamo contare unicamente sulle nostre forze; ancora una volta dobbiamo prendere l’iniziativa e passare all’attacco.
[…]Siamo solo ai primi passi del “Processo popolare contro tutti i fascisti” e però intendiamo dare subito un avviso: per ora colpiamo e continueremo a colpire «cose», ma quando passeremo alle loro disgustose persone non sarà certo solo per «massaggiargli» i muscoli e le ossa! Che se lo ficchino bene in testa. Le loro disgustose biografie sono sotto i nostri occhi, e ogni giorno vengono aggiornate con estrema cura. Le loro case cominciano ad essere presidiate dalle risorte Brigate partigiane in molti rioni. Intorno a loro il cerchio si stringe e le Brigate Rosse oggi dicono: NIENTE DEVE RESTARE IMPUNITO! NIENTE RESTERÀ IMPUNITO!
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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