20 Aprile 1999

20 Aprile 1999

Massacro della Columbine High School: in una sparatoria muoiono quindici persone e ventiquattro rimangono ferite.

Il massacro è compiuto da due studenti della scuola superioriore vicino a Denver, in Colorado: Eric Harris e Dylan Klebold entrano a scuola e cominciano a sparare su compagni di scuola e insegnanti.

Muoiono 12 studenti e un insegnante, 24 rimangono feriti (compresi 3 studenti che erano riusciti a uscire dall’edificio). Muoiono anche i 2 autori della strage che si suicidano all’interno della biblioteca della scuola dove erano asserragliati, dopo l’intervento delle squadre SWAT che avevano circondato la scuola.

In seguito al massacro nasce un acceso dibattito nazionale sulla legislazione che riguarda il controllo e la vendita delle armi, ponendo l’attenzione anche sulle disuguaglianze sociali e l’utilizzo dei farmaci anti-depressivi da parte degli adolescenti.

Il documentarista Michael Moore realizza un film di grande successo e diffusione sull’accaduto, Bowling A Columbine.

20 Aprile 1963

20 Aprile 1963

Julián Grimau, membro del Partito Comunista Spagnolo, viene fucilato a Madrid.

Allo scoppio della guerra civile spagnola Grimau si unisce al Partito Comunista di Spagna (PCE) e trascorre gli anni della guerra a Barcellona, responsabile di una prigione repubblicana tra il 1937 e il 1938, prigione dove verranno giustiziati numerosi prigionieri nazionalisti.

Quando Franco conquista il potere nel 1939 chiede asilo politico in America Latina e poi in Francia.

Dopo il Congresso di Praga del 1954 diventa uno dei leader del PCE e nel 1959 prende in carico l’ala interna del partito mentre operava clandestinamente nella Spagna franchista. Per un lungo periodo vive segretamente un Spagna, dove diventa uno dei nemici più ricercati dei Franchisti.

Ancora non si sa per quale motivo nel 1962 torna in Spagna. Sta viaggiando su un autobus vuoto, gli unici altri passeggeri sono due agenti della polizia segreta spagnola. Viene portato nella sede del DGS, la Direzione di Sicurezza Generale, dove viene duramente picchiato e gettato dalla finestra per simulare il suicidio.

Nonostante le gravi lesioni al cranio e la rottura di entrambi i polsi, Grimau sopravvive. Dichiara ai suoi avvocati di essere stato sottoposto a tortura, e che a scagliarlo dalla finestra sono stati proprio gli agenti. La versione del Ministro degli Interni Manuel Fraga Iribarne sarà che Grimau si è buttato “inspiegabilmente” dalla finestra, probabilmente tentando il suicidio.

La motivazione ufficiale per l’arresto di Grimau è stato il suo ruolo nella guerra Civile: durante il suo incarico di responsabile della prigione di Barcellona viene accusato di tortura e uccisione di prigionieri.

Grimau viene processato da un tribunale militare, e il suo difensore è l’unica persona con esperienza legale in aula. Il processo comincia il 18 Aprile 1963 in aula piena di giornalisti. Le accuse non vengono mai sostenute da prove, ma soltanto da “sentito dire” mai confermati. Viene giudicato colpevole e condannato a morte in meno di cinque ore.

La sinistra globale organizza una vasta protesta nelle maggiori capitali europee e sudamericane; non bastano a convincere Franco, che definisce Grimau “un massone, cospirazionista di sinistra contro l’establishment politico”.

Il governo si riunisce il 19 Aprile, in una sessione che dura dieci ore. Franco impone il voto sulla questione, e l’esecuzione di Grimau viene confermata all’unanimità.

La squadra di fuoco della Guardia Civil si rifiuta di sparare durante la fucilazione di Grimau. A fucilarlo saranno soldati arruolati volontari chiamati dal capitano generale di Madrid probabilmente su ordine diretto di Franco.