15 Luglio 2016
In Turchia una parte dell’esercito tenta il colpo di Stato contro il presidente Erdogan, tuttavia il golpe fallisce.
Le motivazioni dietro al tentativo di colpo di Stato non sono chiare: secondo Erdoğan, l’organizzatore sarebbe il predicatore e politologo Fethullah Gülen, esule negli Stati Uniti, che ha invece al contrario suggerito l’ipotesi che l’ideatore del golpe possa essere stato lo stesso presidente. Nei primi giorni successivi agli avvenimenti, alcuni analisti hanno parlato di golpe improvvisato e poco organizzato, mentre altri hanno sollevato dubbi sulla reale genuinità del colpo di Stato, ipotizzando un’operazione false flag per poter legittimare ulteriori restrizioni alle libertà civili e una serie di purghe sulla magistratura e sull’esercito. Ulteriori dettagli e testimonianze emersi successivamente sembrano invece confermare che il golpe fosse stato ben organizzato e che fosse vicino al riuscire.
Il tentativo di rovesciamento del potere ha portato alla morte di 290 persone e al ferimento di altre 1440. I dati forniti dal Governo riportano inoltre che, alla conclusione dell’evento, sono stati arrestati 2893 golpisti e 2745 giudici sono stati rimossi dall’incarico dall’Alto Consiglio. In particolare nella città di Istanbul, alcune agenzie di stampa hanno riportato il ferimento di molte persone che manifestavano contro i militari sul Ponte sul Bosforo, occupato dalle forze armate.
Le reazioni internazionali al colpo di Stato sono state particolarmente caute, anche se nella notte i principali leader internazionali hanno condannato il tentativo di presa di potere dei militari.
Il primo ministro, Binali Yıldırım, ha confermato l’arresto di 2.839 soldati di vario grado, di 100 militari uccisi e altri 200 arresi, mentre altri sono stati espulsi dall’esercito. Tra i soldati arrestati vi sono almeno 34 tra ammiragli, generali e colonnelli.
Secondo il governo turco, inoltre, alcuni golpisti hanno tentato la fuga dalla Turchia ed è per questo che si sono intensificate operazioni di polizia lungo le frontiere. Otto ufficiali dell’esercito, invece, sono fuggiti, atterrando con un elicottero in Grecia per richiedere asilo politico.
Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo essersi confrontato con il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias, ha richiesto l’estradizione per i golpisti fuggiti.
I 2.745 magistrati rimossi dall’incarico sono stati arrestati e cinque membri del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri (HSYK) sono stati destituiti per presunti legami con Fethullah Gulen, considerato da Erdoğan come il responsabile principale del fallito golpe. Sono stati arrestati due giudici della Corte costituzionale, Alparslan Altan e Erdal Tercan, e 58 membri del Consiglio di Stato. Per 140 membri della Suprema corte d’appello sono stati emessi dei mandati d’arresto, 11 dei quali già eseguiti.
Al giorno del 23 luglio, il bilancio degli arresti è stato di un totale di oltre 9.000 cittadini turchi, attuati dal governo, il quale aveva colpito le opposizioni disponendo gli arresti.
Il Governo turco ha imposto il divieto di espatrio a tutti i dipendenti pubblici, ai quali sono state abolite le ferie.
Il Consiglio per l’alta educazione turco (Yok) ha imposto il divieto di espatrio a tutti i docenti universitari, richiedendo le dimissioni di 1.577 rettori, di 1.176 dirigenti di atenei pubblici e di 21.000 docenti di scuole private, ai quali ha revocato la licenza d’insegnamento. Il Ministero dell’Istruzione turco ha sospeso dall’insegnamento 15.200 dipendenti. La Presidenza turca per gli Affari religiosi (Diyanet), ha allontanato 492 dipendenti tra imam e insegnanti di religione.