3 Ottobre 2013

3 Ottobre 2013

Un’imbarcazione libica usata per il trasporto dei migranti affonda a poche miglia dal porto di Lampedusa. Muoiono 366 persone e 20 sono i dispersi presunti.

Vengono salvate solo 155 persone, di cui 41 minori (soltanto uno è accompagnato dalla famiglia).

L’imbarcazione era un peschereccio lungo circa 66 piedi (20 metri), salpato dal porto libico di Misurata il 1º ottobre 2013, con a bordo migranti di origine africana provenienti dall’Eritrea.

La barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, poco lontano dall’Isola dei Conigli, quando l’assistente del capitano ha gettato a terra una torcia infuocata, che è caduta davanti a lui, in mezzo alla gente, in una pozza di gasolio. Ha cominciato così a svilupparsi un incendio. La barca ha girato su se stessa tre volte prima di colare a picco.

Alle 7:00 circa locali alcune imbarcazioni civili e pescherecci locali hanno notato i naufraghi e dato l’allarme caricando la maggior parte dei superstiti a bordo; numerosi dubbi, in seguito a testimonianze, vi sono in merito ai tempi di arrivo dei soccorsi da parte della Guardia costiera che apparentemente ha impiegato quasi un’ora per raggiungere il luogo del naufragio.

Il 3 Ottobre diventa la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione“.


3 Ottobre 1981

Lo sciopero della fame portato avanti dai prigionieri dell’IRA, nella prigione di Maze, vicino Belfast, termina dopo sette mesi. Durante lo sciopero muoiono dieci detenuti.

Dopo che alla fine del primo sciopero della fame i detenuti repubblicani del carcere di Maze non avevano ottenuto lo status di prigionieri politici che il governo britannico aveva tolto loro fin dal 1976, i prigionieri decisero di cominciare un nuovo sciopero della fame. I detenuti facevano cinque richieste, che divennero note come Five demands:

  • Diritto di indossare i propri vestiti e non la divisa carceraria.
  • Diritto di non svolgere il lavoro carcerario.
  • Diritto di libera associazione con gli altri detenuti durante le ore d’aria.
  • Diritto di avere reintegrata la remissione di metà della pena, diritto che avevano perduto in conseguenza delle proteste.
  • Diritto di ricevere pacchi settimanali, posta e di poter usufruire di attività ricreative.

Il governo britannico non intendeva cedere alle richieste dei detenuti per non compromettere la propria strategia di criminalizzazione del movimento repubblicano. Questa strategia mirava a presentare i detenuti repubblicani dell’IRA e dell’INLA come dei criminali comuni privi di qualsiasi motivazione politica.

La conseguenza maggiore dello sciopero della fame, oltre a una indubbia propaganda per la causa repubblicana in Irlanda e all’estero, fu quella di far aprire gli occhi al movimento repubblicano sulla necessità di affiancare alla lotta armata una strategia politica che prevedesse anche la partecipazione alle elezioni, da sempre un tabù per i repubblicani irlandesi. Ciò portò al rafforzamento e alla crescita del Sinn Féin, braccio politico della Provisional IRA, e, in ultima analisi, fu una delle cause che contribuirono al “processo di pace” che culminò nell’aprile 1998 con la firma del cosiddetto Accordo del Venerdì Santo.

I dieci detenuti che moriranno durante lo sciopero della fame sono:

  1. Bobby Sands (IRA): di Belfast. Morto il 5 maggio 1981 dopo 66 giorni di digiuno.
  2. Francis Hughes (IRA): di Bellaghy, contea di Derry. Morto il 12 maggio 1981 dopo 59 giorni di digiuno.
  3. Raymond McCreesh (IRA): di Camlough, contea di Armagh. Morto il 21 maggio 1981 dopo 61 giorni di digiuno.
  4. Patsy O’Hara (INLA): di Derry. Morto il 21 maggio 1981 dopo 61 giorni di digiuno.
  5. Joe McDonnell (IRA): di Belfast. Morto l’8 luglio 1981 dopo 61 giorni di digiuno.
  6. Martin Hurson (IRA): di Cappagh, contea di Tyrone. Morto il 13 luglio 1981 dopo 46 giorni di digiuno.
  7. Kevin Lynch (INLA): di Dungiven, contea di Derry. Morto il 1º agosto 1981 dopo 71 giorni di digiuno.
  8. Kieran Doherty (IRA): di Belfast. Morto il 2 agosto 1981 dopo 73 giorni di digiuno.
  9. Thomas McElwee (IRA): di Bellaghy, contea di Derry. Morto l’8 agosto 1981 dopo 62 giorni di digiuno.
  10. Mickey Devine (INLA): di Derry. Morto il 20 agosto 1981 dopo 60 giorni di digiuno.