29 Marzo 1974
L’esercito di Terracotta viene scoperto in Cina, nella provincia di Shaanxi.
Nel marzo del 1974, un contadino di nome Yang Zhifa rinviene, durante lo scavo di un pozzo, delle fosse sepolcrali contenenti statue in terracotta di soldati in armi con tanto di carri e cavalli. Il fortuito rinvenimento dà origine agli scavi che permettono di rinvenire il mausoleo di Shi Huangdi, sino ad allora ritenuto scomparso.
Nel 1987, l’intero sito del mausoleo viene inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Da allora, le statue dell’Esercito di Terracotta saranno oggetto di numerosi “prestiti museali”.
L’esercito è composto da riproduzioni di guerrieri di terracotta, vestiti con corazze e dotati di armi, poste di guardia alla tomba dell’imperatore Qin Shi Huang. Di queste statue sono state riportate alla luce circa 8000 guerrieri, 18 carri di legno e 100 cavalli di terracotta. Si tratta di una replica fedele dall’armata che aveva contribuito a unificare la Cina. Tuttavia nelle fosse sono state trovate poche armi, poiché furono saccheggiate dai ribelli che si insediarono sul trono imperiale: la dinastia Han. Dalle posizioni delle mani e del corpo delle statue, si possono immaginare le tecniche di combattimento di fanti, alabardieri, arcieri e balestrieri. Si combatteva soprattutto a piedi: i carri e i cavalli servivano per dirigere i movimenti della fanteria. La cavalleria fu introdotta più tardi, per affrontare i guerrieri nomadi che in battaglia utilizzavano appunto i cavalli.
Le statue sorprendono per il loro realismo nei dettagli: la tecnica usata per realizzarle consisteva nel compattare cerchi di argilla per creare un tubo (il torace) e completarle con l’aggiunta di gambe e braccia. La struttura poi si ricopriva di blocchetti di argilla per creare le uniformi e poi la decorazione.
Nel 2016 alcuni archeologi hanno avanzato una singolare ipotesi speculativa sulla possibilità che le statue dell’esercito di terracotta possano essere state ispirate dalle statue ellenistiche diffuse in Asia a seguito delle conquiste di Alessandro Magno; spingendosi oltre, alcuni di essi immaginano che artisti greci possano aver aiutato nell’ideazione delle statue e supervisionato alla loro realizzazione. Questa ipotesi renderebbe conto dell’improvvisa apparizione in Cina di statue ad altezza naturale, un prodotto artistico privo di alcun precedente nell’arte cinese, mentre era comune nella Grecia dell’epoca; l’ipotesi è dovuta al ritrovamento, nella provincia, di DNA mitocondriale europeo e di raffinate figurine di uccelli di bronzo realizzate con fusione a cera persa, una tecnica scultorea che era conosciuta nella scultura greca e dell’antico Egitto.