12 Maggio 1974
Si comincia a votare per il referendum sul Divorzio
Si vota il 12 e il 13 Maggio e il referendum ha come oggetto la richiesta ai cittadini se volessero o meno abrogare la «legge 898/70, Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio», altrimenti nota come «legge Fortuna-Baslini», dal nome dei primi firmatari del progetto in sede parlamentare.
La legge era entrata in vigore quattro anni prima introducendo il divorzio in Italia; la legge aveva causato violente controversie e opposizioni soprattutto dalla parte cattolica della politica (la dottrina cattolica sancisce l’indissolubilità del vincolo matrimoniale, ma gli antidivorzisti presentarono la loro posizione come motivata laicamente, cioè desunta dall’essenza stessa del matrimonio come istituto di diritto naturale, non come sacramento).
Il fronte divorzista voleva ampliare le libertà civili, ma anche uno spostamento a sinistra del quadro politico nazionale: alla vittoria del no nel 1974 seguiranno infatti importanti conquiste elettorali delle sinistre nel 1975 e nel 1976 e la formazione di governi con l’appoggio esterno del PCI prima nel 1976 e poi nel 1978.
Il referendum si svolge in un clima di forte tensione provocato anche dal Sequestro Sossi.
Il 59,3 per cento degli elettori approva la legge divorzista e respinge il tentativo abrogazioni sta della destra (fermo al 40,7 per cento dei voti). La DC fanfaniana, alleata coi missini, rimedia una storica sconfitta. I timori che il sequestro Sossi alterasse l’esito referendario in favore della destra antidivorzista è scongiurato.
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