19 Febbraio 1977
Viene arrestato sulla provinciale per Rho il brigatista Enzo Fontana.
A sera sulla provinciale per Rho una pattuglia della stradale controlla lo scarso traffico. Gli agenti scorgono avvicinarsi una Simca, il fanale di posizione spento. Fermano l’auto. Sopra, un giovane biondo, capelli corti, jeans, maglione dolcevita, e una ragazza. Al brigadiere Lino Ghedini, 45 anni, e all’appuntato Adriano Comizzoli, di 41, che chiedono i documenti, il guidatore consegna la patente intestata a Enzo Fontana. Ha precedenti, «gappista» all’epoca di Feltrinelli, il suo nome figura al settimo posto nell’elenco del sostituto procuratore milanese Viola. È in attesa di giudizio. La ragazza è sconosciuta. Quando i poliziotti dicono a Fontana di seguirli in caserma, l’ex-gappista afferra dal cruscotto una rivoltella calibro 38 e spara all’impazzata. Il sottufficiale stramazza al suolo, fulminato; l’appuntato è ferito in modo serio. Il giovane tenta di fuggire a piedi, ma cade malamente e lo trovano ancora riverso a terra i carabinieri della stazione di Rho accorsi all’allarme. Sulla macchina ci sono alcuni documenti delle Brigate Rosse. Quando i polsi gli vengono stretti dalle manette, Fontana dichiara:
«Sono un prigioniero politico, un combattente comunista e ho dovuto sparare. Umanamente mi rincresce di avere ucciso, ma ritengo di avere la coscienza a posto».
Più tardi lo indicheranno come uno degli uccisori del procuratore Coco.
- Vincenzo Tessandori. BR Imputazione: banda armata. Cronaca e documenti delle Brigate Rosse.
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