9 Giugno 1976
Prospero Gallinari legge in aula il comunicato sull’omicidio di Francesco Coco.
Viene fatto pervenire ai giornali un altro Comunicato.
Durante la settima udienza, alle 16:10 Prospero Gallinari si alza e, come ha annunciato pochi minuti prima, comincia a leggere una dichiarazione da un foglio dattiloscritto.
Il presidente della corte Guido Barbaro cerca di interromperlo grazie all’aiuto dei carabinieri, ma Gallinari prosegue la lettura grazie all’intervento di altri compagni.
I brigatisti vengono tutti ammanettati, e il foglio del comunicato tolto dalle mani di Gallinari. La parte non letta verrà trovata addosso agli 11 brigatisti dopo essere stati denudati e perquisiti.
Il pubblico dell’aula viene caricato dalla polizia.
Il proclama collega l’attentato terroristico al sequestro Sossi (solo per sancire una qualche continuità fra le “vecchie” e le “nuove” BR), ma annuncia che con il delitto Coco «si apre una nuova fase della lotta di classe che punta a disarticolare l’apparato dello Stato colpendo gli uomini che ne impersonificano e dirigono la sua iniziativa controrivoluzionaria»; né mancano precisi riferimenti alle imminenti elezioni: «Le elezioni del 20 giugno dovrann stabilire il quadro politico [e] si potrà solo scegliere chi realizzerà lo Stato delle multinazionali, chi darà l’ordine di sparare ai proletari. Chi ritiene oggi che per via elettorale si potranno determinare equilibri favorevoli al proletariato o addirittura creare una alternativa di potere… indica una linea avventuristica e suicida. L’unica alternativa di potere è: la lotta armata per il comunismo».
Non c’è più traccia del “pericolo neogollista” denunciato dalle prime BR, e il riferimento allo “Stato delle multinazionali” è un generico richiamo all’ultima risoluzione della Direzione strategica BR dell’aprile 1975, là dove Curcio aveva sì scritto, per la prima volta, di “Stato imperialista delle multinazionali”, ma aveva poi argomentato: «Il passaggio a una fase più avanzata di disarticolazione militare dell0o Stato e del regime è prematuro e dunque sbagliato per due ordini di motivi:
- la crisi politica del regime è molto avanzata, ma ancora non siamo vicini al “punto di tracollo”;
- l’accumulazione di forze rivoluzionarie sul terreno della lotta armata, che sempre ha visto negli ultimi due anni una grande accelerazione, ancora non è tale per espansione sul territorio e per maturità politica e militare da consentire il passaggio a una nuova fase della guerra»
Per cui l’eccidio di Genova è in aperto contrasto con la risoluzione di Curcio.
Ventitré ore dopo la furibonda sparatoria di Salita Santa Brigida una voce di uomo chiama la redazione del “Corriere Mercantile”:
“In Via Cantore, al numero 30 troverete un volantino delle Brigate Rosse. Cercate nella cassetta intestata a Villa.”
Il messaggio è in una busta commerciale arancione, in cinque copie, battuto a macchina a “spazio uno” e ciclostilato sulle due facciate.
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