9 Agosto 1945

Una bomba atomica chiamata in codice Fat Man viene sganciata dal B-29 statunitense BOCKSCAR sulla città di Nagasaki in Giappone, alle 11:02 di mattina (ora locale).

Esplode ad un’altitudine di 469 metri con una potenza pari a 22.000 tonnellate di TNT uccidendo all’istante 40.000 persone (25.000-60.000 verranno ferite). Moriranno altre 40.000 persone per via delle malattie causate dal fallout nucleare e delle radiazioni.

Dopo il primo bombardamento il presidente Truman aveva annunciato:

«Se non accettano adesso le nostre condizioni, si possono aspettare una pioggia di distruzione dall’alto, come mai se ne sono viste su questa Terra».

Un minuto dopo la mezzanotte del 9 agosto, ora di Tokyo, l’Armata Rossa aveva lanciato un’offensiva verso la Manciuria con oltre 1 500 000 uomini, 26 137 cannoni, 5 556 mezzi corazzati e 5 000 aeroplani. Quattro ore dopo il governo di Tokyo viene formalmente informato che l’Unione Sovietica ha rotto il patto di neutralità e dichiarato guerra all’Impero giapponese secondo gli accordi intercorsi con gli Alleati per aprire il nuovo fronte entro tre mesi dalla fine della guerra in Europa.

Gli ufficiali anziani dell’esercito imperiale giapponese inizialmente sottovalutano la portata dell’attacco sovietico, ma ben presto decidono di imporre la legge marziale, di concerto con il ministro della guerra Anami, per arrestare chiunque avesse tentato di firmare una pace.

Il 7 agosto Yoshio Nishina insieme ad altri fisici atomici viene mandato a Hiroshima, in modo da constatare i danni prodotti dall’ordigno nucleare: effettivamente i fisici testimoniano che la città è stata distrutta dal bombardamento atomico, ma l’esercito giapponese, tra cui l’ammiraglio Soemu Toyoda, non crede che gliUSA abbiano più di una o due bombe da sganciare.

Inizialmente previsto per l’11 agosto contro Kokura, l’attacco venne anticipato di due giorni per le pessime condizioni meteorologiche previste dopo il 10 agosto.

La mattina del 9 agosto 1945 l’equipaggio del Boeing B-29 Superfortress BOCKSCAR, il bombardiere scelto per la missione, si alza in volo con a bordo la bomba atomica soprannominata “Fat Man”, alla volta di Kokura, l’obiettivo iniziale della missione. Tuttavia le nubi non permettono di individuare esattamente l’obiettivo e dopo tre passaggi sopra la città, ormai a corto del carburante necessario per il viaggio di ritorno, l’aereo viene dirottato sull’obiettivo secondario, Nagasaki. Intorno alle 07:50 ora di Tokyo il silenzio sulla città giapponese viene squarciato dall’allarme aereo che dura fino alle 08:30. Alle 10:53 i sistemi radar giapponesi segnalano la presenza di solo due bombardieri e il comando giapponese, ritenendo che si tratti solo di aerei da ricognizione, non lancia l’allarme.

Poco dopo, alle 11:00, l’osservatore del bombardiere, creduto aereo di ricognizione, sgancia degli strumenti attaccati a tre paracadute: questi strumenti contengono dei messaggi diretti al professore Ryokichi Sagane, fisico nucleare dell’Università Imperiale di Tokyo che aveva studiato all’Università di Berkeley assieme a tre degli scienziati responsabili della bomba atomica, perché informasse la popolazione dell’immane pericolo che stavano per correre. I messaggi verranno ritrovati dalle autorità militari, ma non saranno consegnati al destinatario.

Alle 11:02, alcuni minuti dopo aver incominciato a sorvolare Nagasaki, il capitano avvista visivamente, così come era stato ordinato, il nuovo obiettivo, che è ancora una volta nascosto dalle nubi. Dato che non è pensabile tornare indietro e rischiare un ammaraggio dovuto alla mancanza di carburante con un’arma atomica a bordo, il comandante decide, in contrasto con gli ordini, di accendere il radar in modo da individuare l’obiettivo anche attraverso le nubi: così “Fat Man”, che conteneva circa 6,4 kg di plutonio-239, viene sganciata sulla zona industriale della città. La bomba esplode a circa 470 m d’altezza vicino a fabbriche d’armi; a quasi 4 km a nord-ovest da dove previsto: questo “sbaglio” salverà gran parte della città, protetta dalle colline circostanti, dato che la bomba cade nella valle di Urakami.

Tuttavia il computo delle vittime rimarrà drammaticamente elevato. Le stime sul numero dei morti all’istante variano da 22.000 a 75.000 persone. Secondo la maggior parte delle valutazioni, almeno 35000 – 40 000 dei 240 000 residenti a Nagasaki verranno uccisi all’istante e oltre 55 000 rimarranno feriti. Il numero totale degli abitanti uccisi viene comunque valutato intorno alle 80 000 persone, incluse quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti. Tra le persone presenti a Nagasaki il 9 agosto vi è anche un ristretto numero di sopravvissuti di Hiroshima. Nei mesi successivi alle esplosioni, il numero complessivo di vittime nelle città di Hiroshima e Nagasaki supererà le 200 000 persone.