27 Luglio 2007

Giovanni Pesce, militante comunista, combattente nelle Brigate Internazionali in Spagna e partigiano, muore a Milano.

A sei anni, nel 1924, era emigrato in Francia dalla provincia di Alessandria, nella regione mineraria delle Cevennes perché il padre Rocco, operaio antifascista, non poteva più trovare lavoro in Italia.

Il padre apre una una vineria a La Grand-Combe e il piccolo Giovanni lo aiuta. Nel 1931, a 13 anni, contribuisce al bilancio familiare andando a lavorare in miniera. Qui frequenta l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Francese e nel 1935 aderisce anche al Partito Comunista d’Italia.

Durante una gita a Parigi raccoglie i volantini illustrati da Joan Mirò a favore del governo repubblicano spagnolo e decide di arruolarsi nelle Brigate Internazionali contro i Franchisti nella Brigata Garibaldi.

Lasciata la Spagna e poi la Francia, Pesce rientra in Italia nel 1940 ma viene subito arrestato e inviato al confino sull’isola di Ventotene, dove conosce alcuni tra i massimi rappresentanti politici dell’antifascismo italiano.

Liberato nell’agosto del 1943 dal governo Badoglio, si unisce alle prime formazioni partigiane ed è tra i principali organizzatori dei GAP di Torino.

Nel capoluogo piemontese svolge, con il nome di battaglia “Ivaldi”, numerose azioni di sabotaggio contro l’occupante nazista e uccide diversi esponenti del regime fascista collaborazionista, dimostrando tenacia e capacità nella dura e spietata guerriglia urbana solitaria condotta dai gappisti comunisti.

Giovanni Pesce poi si trasferisce a Milano, dove agisce con la partigiana “Sandra”, ufficiale di collegamento, al secolo Onorina Brambilla, detta Nori, (1923-2011), che dopo la Liberazione, il 14 luglio 1945, diventerà sua moglie.

Per le sue attività nella Resistenza italiana, il 23 aprile 1947 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare per decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi.

Dopo la seconda guerra mondiale è stato capo della scorta di Palmiro Togliatti, segretario del PCI, poi consigliere comunale a Milano nelle file del Partito Comunista Italiano, dal 1951 al 1964, e consigliere nazionale dell’ANPI fin dalla fondazione.

Alla sua figura è dedicata anche una ballata di Dario Fo: La GAP.

Le ceneri dei corpi cremati di Giovanni Pesce e Onorina Brambilla sono tumulate in un medesimo colombaro nella Cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.


27 Luglio 1993

L’Italia è colpita da tre auto bomba esplose quasi contemporaneamente dopo le 23.15: una a Milano, nei giardini di Via Palestro, dove muoiono sei persone (quattro vigili del fuoco, un vigile urbano e un immigrato marocchino); due a Roma, danneggiando gravemente la chiesa di San Giorgio al Velabro e la basilica di San Giovanni in Laterano.

La sera precedente i mafiosi affiliati a Cosa Nostra Lo Nigro, Spatuzza e Giuliano vanno a Roma e rubano tre Fiat Uno, accompagnati da Benigno e Scarano. Due auto vengono portate in un magazzino sulla Via Ostense, dove vengono riempite di esplosivo; la sera del 27 Luglio Lo Nigro porta una Fiat Uno davanti alla chiesa di San Giorgio al Velabro, mentre Spatuzza, Benigno e Giuliano portano la seconda a San Giovanni in Laterano. Accendono le rispettive micce e le bombe esplodono quasi contemporaneamente, a soli quattro minuti di distanza.
Le due bombe feriranno ventidue persone, ma senza fare vittime.

Mezz’ora prima degli attentati di Roma, in Via Palestro a Milano (foto) esplode la terza Fiat Uno. Questa bomba fa invece delle vittimi: uccide il vigile urbano Alessandro Ferrari, i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno (che erano intervenuti per verificare l’uscita di fumo biancastro dall’automobile) e l’immigrato marocchino Moussafir Driss, che dormiva su una panchina lì accanto. Vengono ferite anche dodici persone e viene gravemente danneggiato anche il Padiglione di arte contemporanea e la Galleria d’arte moderna, obiettivi dell’autobomba.

Questo attentato avviene otto giorni dopo la Strage di Via d’Amelio, e si colloca all’interno della strategia di attentati di Cosa Nostra per costringere lo Stato a scendere a patti con la mafia (Trattative Stato-Mafia).


27 Luglio 1983

I Queen si esibiscono a Budapest, diventando il primo gruppo occidentale a esibirsi in un paese dell’est comunista.