26 Luglio 1956

Naufragio del transatlantico italiano Andrea Doria

Costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, l’Andrea Doria viene varato il 16 Giugno 1951 ed effettua il suo viaggio inaugurale il 14 Gennaio 1953.

Considerata la più bella nave passeggeri di tutta la flotta italiana di linea, era celebre per i suoi interni di lusso e per la sua sicurezza, che la rendevano uno dei transatlantici più utilizzati al mondo.

Il 25 Luglio 1956 l’Andrea Doria si allontana dalla costa di Nantucket verso New York, ma si scontra con il mercantile svedese Stockholm.

A differenza di altri disastri marittimi, quasi tutti i passeggeri sopravviveranno (moriranno 5 passeggeri della Stockholm e 46 dell’Andrea Doria) anche per le grandi migliorie delle procedure di comunicazione di emergenza e delle manovre di evacuazione, ma il transatlantico italiano avrà una murata completamente squarciata e affonderà la mattina del 26 Luglio 1956 alle 10:15, a sole 11 ore dalla collisione.

L’incidente riceverà una grande copertura dai media; l’Andrea Doria sarà l’ultimo grande transatlantico a naufragare prima che l’aereo si imponga come mezzo di trasporto per le lunghe traversate dell’Oceano Atlantico.

Il relitto dell’Andrea Doria, mai recuperato, giace tuttora posato sul fianco di dritta a una profondità di 75 metri. Le spedizioni più recenti hanno constatato come nel corso degli anni il materiale di pregio sia stato razziato da sommozzatori non autorizzati.


26 Luglio 1953

Fidel Castro guida un attacco infruttuoso alla Caserma della Moncada, dando il via alla Rivoluzione cubana.

Il golpe avvenuto nel marzo 1952 aveva permesso a Fulgencio Batista di accentrare gran parte del potere politico nelle proprie mani, creando di fatto una dittatura. L’allora venticinquenne avvocato Fidel Castro organizzò, con l’aiuto del fratello Raúl, un gruppo di guerriglieri con il quale tentare di sovvertire il governo. La data scelta per l’attacco fu Domenica 26 Luglio, approfittando delle celebrazioni carnevalesche previste per sabato 25. La festa avrebbe infatti richiamato persone da ogni parte dell’isola, rendendo più facile ai ribelli confondersi tra la folla.

Il piano fu elaborato da Fidel Castro nel più assoluto segreto, tenendone all’oscuro dei dettagli persino i propri alleati. Si stima che il loro numero fosse di circa un centinaio, sebbene le varie fonti storiche siano discordi sull’esatta cifra. La composizione del gruppo guerrigliero risultò – a posteri – difettosa, poiché i ribelli (alcuni dei quali troppo anziani per l’arruolamento) non ebbero un adeguato equipaggiamento (principalmente fucili da caccia e armi a corto raggio) e addestramento, essendo spinti all’azione soltanto da fattori politici e non militari.

L’assalto ebbe inizio alle 5:15 del 26 luglio, quando i guerriglieri (dopo aver indossato uniformi dell’esercito per non destare sospetti) formarono una colonna di auto dirigendosi verso la caserma. I primi uomini a raggiungere la struttura attaccarono le guardie, disarmandole: un soldato accortosi delle auto diede tuttavia l’allarme, consentendo al personale della caserma di prendere le armi contro gli assalitori. La pronta risposta dell’esercito impedì a parte dei ribelli di raggiungere il campo di battaglia, generando una superiorità numerica che risultò decisiva. Il rapporto di forze non è numericamente certo, poiché anche su tale aspetto le fonti storiche differiscono. Trovandosi in maggioranza e forti di un miglior equipaggiamento, i soldati vinsero lo scontro a fuoco. L’aggressione fallì dunque miseramente.

La data in cui si svolse l’evento venne ripresa per indicare il movimento rivoluzionario condotto da Castro, con il nome di Movimento 26-7 o – in spagnolo – «movimiento 26 de julio».