Recensione di Stoner di John Williams
Recensione di Stoner di John Williams, romanzo pubblicato da Fazi nel 2016. La prima versione originale è del 1965.
Se si dovesse scegliere di leggere un libro per la trama nessuno leggerebbe questo romanzo. William Stoner, il protagonista di questo romanzo di John Williams, è spaventosamente noioso. Una vita completamente piatta, non si è mai allontanato da casa per più di 40 chilometri, a quarant’anni ha sempre avuto lo stesso lavoro, è sposato con la stessa donna e non è felice del suo matrimonio, non condivide nulla con i suoi genitori.
Ammettiamolo: le premesse sono orribili. Nessuno lo leggerebbe.
E allora perché farlo? Perché quando si comincia a leggerlo non si capisce come ma diventa un romanzo di formazione fantastico: scorrevole, scritto bene, a suo modo avvincente. E credo che il talento di John Williams sia proprio qui: rendere avvincente la noia, descrivere una vita forse sprecata celebrandola e portandola ad esempio, a monito.
Anche la trama, con i pochi elementi a disposizione per creare qualcosa di leggibile, è ben concepita; è scritto dannatamente bene, i personaggi sono caratterizzati e pieni ed è davvero un peccato girare l’ultima pagina di questo libro. E questa sensazione di perdita credo sia la recensione positiva migliore.
Anche se la descrizione migliore di Stoner l’ho trovata nella postfazione del libro, scritta da Peter Cameron:
“La verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria”.
Citazioni di Stoner
“La persona che amiamo da subito non è quella che amiamo per davvero e che l’amore non è una fine ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un’altra”.
“È facile considerarsi per bene, quando non si ha alcun motivo per non esserlo”.
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